La riforma della legge sul mercato interno non si ridiscute: vale l’accordo sottoscritto dalle confederazioni agricole. Sul finto riso bio si è costruita una campagna mediatica. Preoccupazione per il Psr e la Pac. Il neopresidente di Confagricoltura Vercelli-Biella Perinotti non si sottrae alle questioni più spinose e ci offre la sua opinione in quest’intervista rilasciata in esclusiva a Risoitaliano. Giovanni Perinotti (foto grande), in carica per il triennio 2015-2017, ha 51 anni e conduce un’azienda agricola ad indirizzo risicolo a Lignana (Vercelli).
Presidente, Lei guida l’Unione agricoltori in cui la risicoltura ha maggiore peso. Quali pensa che siano le priorità dei risicoltori iscritti?
La risicoltura è, nella nostra provincia, una realtà stimolante e di rilievo, non solo economico, ma anche sociale. Obiettivo di Confagricoltura è quello di farla diventare protagonista, con nuove idee e nuovi progetti anche per assicurare ai Soci ogni opportunità a difesa e tutela delle loro aziende.
Qual è la Sua opinione sulla legge del mercato interno?
La nuova proposta di legge sulla commercializzazione del riso nel mercato interno è stata approfonditamente analizzata e discussa nell’ambito di Confagricoltura Vercelli e Biella. Il testo finale è il risultato di una lunga mediazione oggi condivisa da tutta la filiera.
Cosa pensa del Psr piemontese?
Non possiamo che esprimere la nostra preoccupazione per il ritardo con il quale la Regione Piemonte sta approntando il nuovo PSR 2014-2020. Forse è mancato (a livello nazionale) un chiarimento iniziale con i Servizi della Commissione. Aspettiamo, per dare un giudizio, di vedere il documento finale e le bozze dei primi bandi, auspicando che tengano in considerazione le reali necessità ed esigenze delle nostre imprese.
Lei ritiene che il Pan approvato in Piemonte sia troppo rigido?
Il PAN (Piano di Azione Nazionale) piemontese sui fitofarmaci rispecchia purtroppo quella che è stata l’impostazione nazionale, ovvero voler essere “i primi della classe” introducendo nuovi obblighi o appesantendo quelli già in essere, senza considerare gli aspetti pratici applicativi e le conseguenze a carico delle aziende agricole.
Nodo Pac: come fare per scioglierlo?
L’applicazione della riforma Pac, varata nel dicembre 2013, così come è uscita dall’Unione europea, ha dimostrato la farraginosità di un meccanismo inutilmente complesso, irto di incognite che sacrifica la competitività all’ambiente. Non a caso il nuovo Commissario all’agricoltura Hoganh ha condiviso con Confagricoltura la necessità di regole più semplici e di strumenti più efficaci per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità ambientale e sociale sollecitati dai cittadini.
Cosa pensa del caso del finto riso biologico?
Non c’è dubbio che sul (finto) riso biologico si è voluto costruire una campagna mediatica alla ricerca del consenso e dello “scoop”. Se esiste il finto riso biologico chi lo sa lo denunci con nome e cognome, senza creare allarmismi pericolosi per tutta la risicoltura, e speculazioni. Oggi il biologico, la cui regolamentazione va vista in una ottica di norme europee, è un mercato di nicchia in espansione che risponde ad una richiesta di una fascia di consumatori, e che deve trovare la sua soddisfazione economica esclusivamente sul mercato.
Qual è il livello di integrazione raggiunto da Agrinsieme nella Sua provincia?
Va chiarito che Agrinsieme non rappresenta una nuova organizzazione agricola, ma un momento di aggregazione di realtà organizzate (CIA, cooperazione ed ora anche Copagri), nella quale ognuna ha la sua autonomia ed identità, per condividere e sostenere percorsi e progetti comuni di pressione politica. Nel dicembre 2013 abbiamo costituito Agrinsieme Piemonte Nord Orientale a livello di coordinamento di Quadrante con le organizzazioni delle provincie: Biella, Novara, Vercelli e VCO, per unire realtà omogenee nei confronti delle problematiche comuni ed in questo percorso ci stiamo muovendo con risultati positivi. (06.07.2015)