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PERICOLO NEVE

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Se questa analisi fosse una prognosi medica, allora dovremmo dire che la malattia sta peggiorando:l’accumulo di neve è il terzo meno consistente dal 2008.

Le precipitazioni delle ultime settimane sono già state compromesse dalle temperature più che primaverili di questi giorni. Nonostante lo scioglimento di quote importanti degli accumuli nevosi, non si sono avuti, allo stato, riscontri positivi sui volumi stoccati nei serbatoi. Sono pochi gli accumuli superiori al metro anche alle quote più alte. L’areale che soffre meno è il Monte Bianco. Cosa seminare in risaia?

Se il lago Maggiore presenta un riempimento ordinario, altrettanto non si può dire degli invasi e dei serbatoi idroelettrici. Questi ultimi nell’areale ticinese, presentano un minimo assoluto per il periodo con un esiguo 12 % così come segnalato dall’autorità elvetica nel report periodico di cui si riporta il grafico.

Il dato è particolarmente preoccupante in considerazione del ridotto innevamento.

Nel 2024 proprio in questi giorni si assisteva a tardive, ma consistenti nevicate che miglioravano una situazione complessa. Parallelamente in pianura si assisteva all’inizio di una piovosità eccezionale che, segnando tutto il 2024 e creando non pochi problemi agronomici, consentiva di ricaricare in modo importante la falda freatica. Anche se nei prossimi giorni sono attese precipitazioni, ad oggi la modellistica non lascia intravedere una potente inversione di tendenza. Se dal punto di vista delle operazioni di campagna è un bene, per quanto riguarda le riserve idriche inizia a diventare una criticità.

Verso fine settimane prossima parrebbero annunciarsi precipitazioni più consistenti, ma l’incertezza modellistica non consente di fare particolare affidamento.

FALDA

Solo la falda, risentendo positivamente delle piogge di gennaio e febbraio, presenta un andamento in linea con gli anni precedenti. Tuttavia, l’andamento è inferiore al 2024 quando, come già richiamato, le ingenti precipitazioni innescarono una imponente risalita.

RIFLESSIONE SULLE POLITICHE

Purtroppo troppi soggetti decisori, sia irrigui che gestionali, si limitano a ragionare, in luogo dell’esercizio del pensiero, applicando schemi ormai superati dal cambiamento climatico. Passare dal ragionamento all’applicazione del pensiero porterebbe a progettare soluzioni ai problemi attivando e costruendo modelli nuovi.

Progettare un nuovo modello gestionale che metta al centro la salvaguardia dell’agricoltura irrigua non è né un capriccio né una frase fatta: è un imperativo per non compromettere la vocazione irrigua dell’agricoltura pavese e lomellina, realtà oggi pesantemente sotto attacco da fattori endogeni ed esogeni. Servirebbero progetti visionari, invece si parla solo di taluni regolamenti, di rinaturazione delle aree fluviali e di miope applicazione del Deflusso Ecologico o di centrali idroelettriche per sfruttarne lo stesso deflusso ecologico.

Nell’ambito della periodica emissione dell’analisi delle riserve idriche, consapevoli della fallibilità delle proposte e senza presunzione, sono ormai anni che si avanzano proposte operative che vanno dalla ricarica della falda, al governo degli invasi, fino all’evidenziare la necessità di un diverso governo del mix energetico nazionale con un focus particolare sul governo dell’ambito idroelettrico sia alpino che ad acqua fluente. Ma per passare dal semplice ragionare al pensare, occorre riscoprire la storica volontà di chi immaginò e costruì nei secoli la rete irrigua che ancora oggi utilizziamo.

RISERVE DI NEVE

L’analisi delle riserve nevose delle 4 stazioni nivometriche posizionate nell’intorno del Monte Rosa evidenzia la presenza di un accumulo che si sta posizionando nell’intorno dei minimi dell’ultimo quindicennio.

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LAGO MAGGIORE

Il lago Maggiore ha un livello idrometrico pari a circa 117 cm sullo zero di riferimento, con un andamento in leggero calo nelle ultime due settimane. Visto il ridotto accumulo nevoso sarebbe strategica una deroga sui livelli massimi di regolazione per ottimizzare le riserve in previsione della stagione estiva.

Riportiamo i consueti grafici acquisiti dal sito laghi.net.

Dato in cm del livello idrometrico a Sesto Calende negli ultimi tre anni al 7 marzo.

ANDAMENTO FALDA

La falda freatica è in fase di costante calo con un andamento in linea con le letture degli anni precedenti a pari data, con un andamento tendenzialmente stabile, dovuto alle piogge di gennaio e febbraio che porta un delta positivo.

Nel 2024, a pari data, si era già innescata la fase di intensa ricarica invernale dovuta alle copiose precipitazioni del febbraio 2024, poi proseguite anche nel mese successivo.

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Prosegue la stima del volume accumulato nella falda freatica dell’areale risicolo Vercellese, Novarese e Lomellino sia con grafico pluriennale che con informazioni tabellari.

Nota sull’uso delle informazioni:

Si tratta di un modello sperimentale realizzato per affinare la conoscenza del comportamento della falda e si ribadiscono le modalità di lettura dei dati già indicate nelle precedenti analisi.

Nelle ultime settimane si sono stimati i volumi accumulati in falda così come dettagliato di seguito:

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Si riporta l’andamento pluviometrico degli ultimi sei mesi (settembre – febbraio) dell’ultimo quadriennio a Sartirana Lomellina. Il dato semestrale è il più alto degli ultimi 4 anni in forza delle piogge di ottobre e in parte di gennaio. Le piogge di gennaio hanno compensato la scarsità di novembre e dicembre. Lo scorso febbraio è stato molto meno piovoso dello stesso mese del 2024.

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SCALA DI ALLARME

Se l’inverno convenzionale termina il 20 marzo, dal punto di vista meteorologico è terminato. Per questo motivo il dato neve, salvo eventi eccezionali come nel 2024, assume sempre più una connotazione definitiva.

L’accumulo nevoso non importante porta ad utilizzare un valore pari a 4, su 5 della scala di allarme. Il Lago Maggiore ha un importante riempimento: l’indicatore è però mantenuto a 3 su 5, con tendenziale peggioramento, in considerazione del sempre più ridotto riempimento dei bacini idroelettrici. Con riferimento alla falda si ha un comportamento in linea con gli scorsi anni pur senza l’eccezione positiva del 2024, l’indicatore che si ritiene più plausibile è 3 su 5 confermando la precedente analisi.

Questo porta ad aggravare l’indicatore complessivo della scala di allarme irrigua portandolo a 10 su un massimo di 15, un dato peggioramento rispetto alla precedente analisi. Autore: Alberto Lasagna, Confagricoltura Pavia.

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