Perché l’Europa agricola deve fare harakiri? Perché il Ministro Martina non alza la voce in difesa del riso italiano? Forse a Bruxelles sono convinti che quaggiù si lavori tutti in banca, nelle assicurazioni, qualcuno persino in fabbrica, ma che i campi si coltivino da soli. Quanto al nostro governo, deve decidere se il made in Italy è solo quello lavorato in Italia oppure se è anche quello coltivato in Italia.E’ una pessima sensazione, lo ammettiamo, quella che ricaviamo dalla lettura della lettera che il Copa-Cogeca, l’organismo che rappresenta gli agricoltori europei nel dialogo con la Comunità, ha inviato al commissario all’agricoltura Phil Hogan per fermare le concessioni daziarie al riso vietnamita.
Vi abbiamo già raccontato il contenuto della missiva che parte stasera (http://www.risoitaliano.eu/stop-mister-hogan/) ma una lettura più attenta dell’incartamento ci presenta un dettaglio interessantissimo. «Il governo vietnamita – rivela infatti il Copa-Cogeca – ha reso operativo un programma di sostegno dei prezzi. Tutto il riso acquistato dalla Vietnam Food Association al di sotto di questo prezzo dev’essere esportato. Il governo vietnamita inoltre gestisce un programma volto a facilitare l’export di riso al di sotto di tale valore. Al contrario, l’Europa ha smantellato le misure che consentivano di affrontare le crisi di mercato e il sostegno specifico al riso è stato disaccoppiato dal 20123. Pertanto, i produttori europei di riso sono in una posizione più vulnerabile di quella della controparte vietnamita».
Non dovrebbero forse bastare queste poche righe al nostro governo per urlare la propria contrarietà a queste concessioni e alla Commisione europea per fare marcia indietro? Oppure si vuole provare – platealmente – ai risicoltori delle province di Vercelli, Pavia, Novara, Biella, Milano, Lodi, Verone, Ferrara, Rovigo, Oristano, Cosenza, ecc. che la loro sopravvivenza non interessa né all’Europa né al governo Renzi? (28.07.2015)