Settimana di quotazioni che si chiude con pochi affari fatti, per la mancanza di merce su molte varietà e lo scarso interesse dei compratori su altre… Recita così il bollettino di Paolo Ghisoni, uno dei mediatori di riso più noti nel Pavese. “Neanche la grandine smuove il mercato” rispondono dal Vercellese e dal Ferrarese Oryzon e Gregori. Ma perché tanta bonaccia? Presto detto. I dati recentemente pubblicati dall’Ente Nazionale Risi evidenziano l’esistenza di cospicue scorte di risone a disposizione delle riserie. Circa 3 milioni di quintali, ai quali si devono aggiungere i quantitativi già acquistati e non ancora ritirati da parte delle medesime. Si segnalano anche sensibili ritardi nel ritiro. Non vi sono quindi necessità urgenti di acquisti, ma si cerca di mantenere i prezzi stabili, in quanto le scorte altrimenti sarebbero svalutate: così spieghiamo anche certi mancati aggiornamenti dei listini, legati a pressioni e dinieghi della parte industriale. Prima del nuovo raccolto ci sono ancora due mesi e mezzo, quindi la possibilità di smaltire quasi tutte le scorte è reale, tranne forse per il Carnaroli. Le semine del 2019 non sono ancora note (il mediatore vercellese Alberto Ferraris sta addirittura tenendo una contabilità del ritardo), e le difficoltà di sommersione attualmente in atto nel Pavese non permettono di fare previsioni sul nuovo raccolto; i contratti di coltivazione indicano però prezzi stabili o in lieve ribasso. Insomma, nessuna novità ma neanche buone novità:«Le rimanenze sono importanti, soprattutto a causa della frenata negli acquisti dei trasformatori che si protrae da diversi mesi, è vero anche, però, che il nuovo raccolto partirà presumibilmente in ritardo. Si può comprendere la preoccupazione per la difficoltà a piazzare il prodotto, ma il panico può portare solo ad ulteriori diminuzioni» annota Ghisoni. Intanto dall’estero arrivano notizie pessime: le importazioni nell’Unione europea di riso semilavorato/lavorato proveniente dai PMA, comprese nel periodo settembre 2018 – giugno 2019, ammontano a 307.161 tonnellate, con un incremento di 4.983 tonnellate (+1,7%) rispetto allo stesso periodo della campagna precedente. Le importazioni di riso cambogiano si collocano a 162.385 tonnellate, evidenziando una riduzione di 41.803 tonnellate (-20,5%), mentre quelle provenienti dal Myanmar, pari a 142.936 tonnellate, risultano in aumento di 47.376 tonnellate (+49,6%). Nota bene: da Myanmar sta arrivando uno strano riso lavorato che sembra japonica e invece potrebbe essere indica. Le indagini sono in corso, ma, in ogni caso, si tratta di un altro elemento di disturbo per il mercato dei risoni italiani.
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