Novità varietali, prospettive di mercato, problematiche fitosanitarie ed innovazioni tecniche sono state al centro della visita tecnica e del convegno su “Coltivazione del riso: temi attuali e soluzioni tecniche” organizzato da Ente Nazionale Risi e CREA, ieri, alla Cascina Boraso di Vercelli. Dopo la visita ai parcelloni di confronto varietale, incentrati su risi a tecnologia Clearfield, rete dimostrativa ENR e linee in avanzato stato di selezione, la giornata è proseguita con un convegno, aperto da Nicola Pecchioni, responsabile della Stazione di Vercelli del CREA, e dal presidente di ENR Paolo Carrà, che ha delineato un quadro dell’attuale situazione di mercato, caratterizzato dalla forte riduzione degli stock sia presso i produttori che presso l’industria. Questa circostanza secondo Carrà potrebbe dar luogo ad una «campagna commerciale interessante» specie se la richiesta di clausola di salvaguardia, inizialmente quasi derisa a livello europeo, ed ora oggetto di investigazione da parte delle istituzioni comunitarie, dovesse trovare qualche forma di accoglimento.
Più delicata la situazione sul piano fitosanitario. A fronte delle preoccupazioni dei produttori per la forte presenza di piante infestanti, favorite dalla mancata autorizzazione, o dalla riduzione e scarsa disponibilità di prodotti fitosanitari adeguati alle esigenze attuali, crescono i timori per la diffusione del nematode galligeno Meloydogine graminicola (foto grande), segnalato per la prima volta due anni fa in alcune risaie di Baraggia (https://www.risoitaliano.eu/nematode-galligeno-in-baraggia/ ). Ne hanno diffusamente parlato Alba Cotroneo, del Servizio Fitosanitario del Piemonte (il cui intervento, che in qualche modo chiude una prestigiosa carriera professionale prossima alla meritata quiescenza, è stato salutato da un caloroso applauso) e Carlotta Caresana del servizio tecnico di ENR. Caresana ha illustrato in particolare il tentativo di eradicazione del temibile parassita terricolo attraverso tecniche di sommersione continuativa e di eliminazione totale della flora infestante, che in genere ospita a livello radicale il nematode. I primi dati fornirebbero indicazioni interessanti, ma evidenzierebbero anche l’assoluta necessità di mantenere una sommersione continua e totale del suolo infetto e di eliminare ogni infestante (pericolosa a questo proposito appare la presenza, spesso massiccia, di Heteranthera spp.). Al tempo stesso proseguono le prove di controllo del nematode attraverso colture biocide, in genere brassicacee da sovescio.
Ad aggravare la situazione è giunto, a maggio 2018, il rinvenimento di Meloydogine graminicola anche in alcune risaie della Lombardia (https://www.risoitaliano.eu/il-nematode-galligeno-contagia-la-lombardia/ ), su cui ha dettagliatamente riferito Stefano Sacchi del Servizio Fitosanitario Regionale lombardo. La situazione in Lombardia (circa 55 ettari sono risultati infestati in due distinte aree nei comuni di Garlasco e Dorno) è resa particolarmente complicata dalla natura dei suoli della zona, molto sciolti e con ridotta capacità di ritenzione idrica, cosa che rende poco praticabile la tecnica della sommersione continuativa. Per questo il Servizio Fitosanitario della Lombardia sta studiando diverse tecniche di lotta, ed al tempo stesso sta investigando sulle modalità con cui il parassita è giunto ad infestare un area non contigua al Piemonte ma molto distante dal primo focolaio.
La panoramica tecnica è stata completata dall’intervento di Dario Sacco del DISAFA dell’Università di Torino, che ha illustrato le modalità con cui sono state ottenute le curve di calibrazione della fertilizzazione azotata per alcune varietà di riso. In particolare sono state “modellizzate” le varietà Gladio, Centauro e Carnaroli (cfr immagine riprodotta al termine dell’articolo). I dati sperimentali hanno evidenziato esigenze molto diverse tra le varietà in termini di percentuale di azoto da distribuire all’impianto ed all’accestimento (per determinare la densità della coltura) ed alla differenziazione paniculare (per determinare il numero di spighette per pannocchia). Dati che trovano la loro migliore utilizzazione nelle tecniche di agricoltura di precisione, incrociando le indicazioni della mappe di produzione con quelle delle mappe di prescrizione basate su rilievi del vigore (indici NDVI ma ancor più NDRE), e che potrebbero dar luogo a modelli “personalizzati” a livello aziendale o comprensoriale. In chiusura Claudio Pivi di BASF ha illustrato le potenzialità di “Seltima”, un prodotto fitosanitario in fase di registrazione a base di Pyraclostrobin: un fungicida caratterizzato da una particolare formulazione incapsulata che punta a migliorare l’efficacia ed a ridurre l’impatto ambientale del trattamento di prevenzione del “brusone”. Autore: Marco Sassi