Sar la "panissa vercellese" la protagonista indiscussa, da qui a Natale e oltre, che impreziosir i pranzi e le cene alla Locanda di Arborio, nel Vercellese. La "panissa", un tempo disprezzata perch appartenente alla cosiddetta "cucina povera", oggi si prende invece la rivincita, tanto che va per la maggiore: a patto che i cuochi siano in grado di prepararla rispettandone i c noni. Lo chef Mario Pozzuolo ne ha scovato l’autentica ricetta, traducendone il dialetto da un antico manoscritto recuperato in un vecchio cascinale del Vercellese, gelosamente custodito dal proprietario. Mario Pozzuolo in questo campo un’autorit indiscussa: reca la firma sua, insieme con quella di Pino Bo, uno dei rarissimi testi canonici di ricette vercellesi. Dunque: per la "panissa del povero", Pozzuolo – scrive La Stampa – ha calcolato il necessario per sfamare dieci persone. Ci vogliono 4 etti di fagioli di Saluggia del tipo "rampicanti", un etto e mezzo di lardo senza cotica, 1.200 grammi di riso a grana tonda o del tipo "baraseu", due salamini conservati sotto grasso con almeno quattro mesi di stagionatura, due cipolle non troppo grosse. Mettere a bagno sin dalla sera prima i fagioli e, al momento dell’utilizzo, versarli nella pentola insieme con la loro acqua. Aggiungere due dadi quadrati (Liebig numero 6) e i salamini, cuocere molto adagio per tre ore; cotti i fagioli e tolti i salamini, colare i fagioli tirandone via un terzo da rimettere nel suo brodo. Tritare il lardo e, quando frigge, versare le due cipolle tritate grossolanamente, e schiacciarle finch non sono disfatte; versare il riso mescolando e aggiungendo il brodo con i fagioli; mescolare ancora. Cotta che sia la panissa, spegnere il fuoco e coprire la pentola lasciando riposare per cinque minuti: se venuta bene, il cucchiaio deve restare in piedi, ritto nel centro della pentola. C’ anche spazio per i sibariti: raccogliere dalla pentola il fondo bruciacchiato, che considerato il "boccone degli ospiti". Alla locanda tutti i fine settimana viene servito un menu diverso, e lo stesso accade anche per il pranzo di mezzogiorno a 12 euro: questo in programma per domani e sabato sera. Salumi al tagliere, lingua in bagnetto verde, antipasti del locandiere (verdure in carpione, sottaceto e sottolio), panissa, tagliolini alla valsesiana con la toma, gulasch all’ungherese, coppa di maiale al forno con polenta e verdure di stagione, bunet, panna cotta e tiramis. Il tutto per 20 euro, esclusi i vini (barbera e bonarda a doc). Il pranzo di Natale, invece, coster 40 euro, ma in questo caso i vini sono compresi nel prezzo: il relativo men, ieri ancora in fase di ultimazione, sar pubblicato domani dal giornale. Per la cena di domani sera i posti sono gi tutti prenotati: per quella di sabato sar meglio cautelarsi telefonando allo 0161-866.009. Il numero purtroppo limitato di posti non consentir la preparazione della cena per il grandioso veglione di Capodanno: una ragione in pi per assicurarsi un posto sabato, a partire dalle ore 20 circa.
«GIU’ LE MANI DA EST SESIA»
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