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PAGANINI SOTTO L’ALBERO

da | 20 Dic 2024 | NEWS

Paganini

Mortara non emette listino nella mattinata di venerdì, sancendo l’arrivo della pausa natalizia sul mercato del risone. Dopo quelli di Novara e Vercelli, di cui vi abbiamo parlato in settimana (LEGGI), l’ultimo bollettino emesso risulta essere così quello di Milano, dove un’unica variazione interessa Vialone e Paganini.

VIALONE E PAGANINI A 135 €/Q

Il neonato gruppo merceologico con un clamoroso passo avanti di 25 €/q raggiunge i 135 €/q lordi come quotazione ufficiale. Un prezzo sorprendente in quanto superiore anche alle valutazioni ufficiose circolate nell’ultimo periodo di cui vi avevamo parlato lo scorso fine settimana, attorno ai 125 €/q lordi. Questo andamento certifica il forte squilibrio tra domanda ed offerta per il comparto. L’interesse delle riserie per questo gruppo varietale, sempre più cercato dai consumatori nostrani, è elevatissimo. L’offerta, nonostante un aumento nell’investimento di superficie del 37,6%, in seguito all’inserimento in griglia di Paganini, resta in difetto. Ciò a causa di importanti difficoltà produttive dovute all’annata fredda e piovosa, che ha influito notevolmente su risi suscettibili alle infezioni fungine e dal ciclo lungo.

Tutte le altre valutazioni restano sui valori di cui vi parliamo ormai da un paio di settimane, non essendoci state variazioni a listino in questo periodo. L’apprezzamento ventilato per Omega ed Enea a 47 €/q lordi non si concretizza nel capoluogo lombardo. La quotazione, espressa dai minimi della voce “Omega – Balilla e Cantauro”, resta di 45 €/q lordi.

L’UE POTREBBE BLOCCARE L’IMPORT DAL PAKISTAN

Restano stabili anche i lunghi B, quotati 50 €/q lordi a Milano. Ciò nonostante siano ormai diverse sedute che gli operatori riferiscono prezzi più bassi per questi risi. Il prezzo per gli “indica” nostrani è rimasto sostanzialmente fermo a listino dall’inizio della campagna a 50 €/q lordi, valutazione buona se paragonata con altre per un comparto caratterizzato da elevata produttività. Ci si aspettava, però, che al termine della raccolta si potesse ottenere qualcosa in più, come consueto per tutti i risi e considerando un investimento di ettari in calo. L’aumento importante delle importazioni di Indica (+40%) ha però evitato questa dinamica e frenato i trasferimenti di lunghi B. Questo è rimasto oggi l’unico comparto con quantitativi usciti dai magazzini dei risicoltori inferiori alla scorsa campagna.

La maggior parte del riso Indica arrivato in Italia è di origine Pakistana (24.269 tonnellate sulle 54.736 totali, 44,3%), un Paese da cui proviene merce di dubbia certificazione, come affermato da Ente Risi nell’ultimo numero di Riso News. In esso, riportando una notizia pubblicata da Pakistan Today, si afferma che L’UE potrebbe bloccare l’importazione di riso dal Pakistan per problemi fitosanitari. Si ricorda che in passato, navi pakistane erano state fermate per contaminanti come pesticidi, aflatossine, OGM e oli minerali. Un’indagine recente ha portato all’arresto di nove ispettori del Dipartimento per la Protezione delle Piante (DPP) di Karachi per certificazioni irregolari. Il giornalista pakistano, come riporta l’Ente, evidenzia la necessità di riforme strutturali del DPP e afferma che L’UE potrebbe imporre ispezioni preventive o vietare del tutto l’import.

SI CONTINUA A RITIRARE MOLTO RISONE

In conclusione, tornando ai trasferimenti (VEDI), da sottolineare come mentre gli scambi rallentano i ritiri proseguono a ritmo serrato. Negli ultimi sette giorni 36.831 tonnellate sono uscite dai magazzini dei risicoltori, sempre ampiamente al di sopra della soglia di 30.000. Quest’ultimo periodo di grandi spostamenti di risone ha portato ad un valore complessivo maggiore dello scorso anno, nonostante, come riportato nella precedente analisi, ci si attenda una disponibilità complessiva inferiore. Questo significa che il collocamento si sta sviluppando al meglio e che a questi prezzi la merce nostrana sia più che competitiva in tutti i comparti. I risoni tondi, medi e lunghi A fanno segnare incrementi, rispettivamente, del 6%, del 50% e del 10% nel trasferito rispetto allo scorso anno. Tra i lunghi A il valore è maggiore sia nel mercato interno che tra i risi da export. Come detto in precedenza, solo i lunghi B sono in difetto del 18%. Autore: Ezio Bosso

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