Le Federazioni di Coldiretti Vercelli – Biella e Novara – Vco hanno organizzato un webinar sulle linee di sviluppo della prossima Pac, la Politica Agricola Comune Europea, che prenderà il via dal 1 gennaio 2023. «Un appuntamento al quale è necessario arrivare informati e preparati anche per capire come organizzare la propria azienda e avere maggiori notizie su quest’ultimo periodo importante – quello che precede l’approvazione definitiva – per portare l’attenzione su alcuni nodi ancora da sciogliere», spiegano i presidenti di Coldiretti Vercelli – Biella Paolo Dellarole e di Novara – Vco Sara Baudo. (Rivedi il webinar)
A moderare l’evento Paolo Dellarole, presidente di Coldiretti Vercelli – Biella con delega al settore risicolo, che ha iniziato così: «Ci si sta avvicinando alle scelte finali, nelle sedi europee, per la nuova Pac, che sarà operativa nel 2023. I nostri sono territori a vocazione risicola, dove il tema dell’evoluzione della Politica Agricola Comune è molto sentito. Dal 2000 al 2020 le aziende risicole sono passate da 2406 aziende a 1659, con un incremento della media delle superfici dai 47,2 ha del 2000 a 70 ettari di media. Le domande che ricevo dai soci sono legate al PSR della Regione Piemonte che non ha risposto adeguatamente alle esigenze delle aziende di pianura. L’altra questione è legata alle Misure: in questi due anni di transizione, le aziende cercano di capire se le Misure saranno ri-finanziate, per poter adeguatamente impostare l’assetto aziendale»
Nuova PAC e PSR della Regione Piemonte
L’incontro si è aperto con l’intervento di Franco Ramello, responsabile Area Economica di Coldiretti Piemonte, che ha tracciato il quadro della nuova PAC 2021-2027 con focus relativi al PSR della Regione Piemonte: «Nel biennio 2021-2022 ci sarà una prosecuzione della PAC e quindi anche una prosecuzione dei piani di sviluppo rurale e la nuova programmazione del primo e del secondo Pilastro inizierà ufficialmente dal primo gennaio 2023. Le contingenze che influiranno sulla nuova programmazione si riferiscono soprattutto alla Brexit, che comporta una iniziale riduzione del bilancio UE e l’uscita di uno Stato membro contributore netto, e l’emergenza Covid che ha pesantemente condizionato questa programmazione. Le risorse a disposizione saranno comunque importanti, per un totale di quasi 344 miliardi di euro, con un budget suddiviso in due filoni: uno è il quadro finanziario storico e il secondo è quello del Next Generation EU che darà delle risorse aggiuntive.
Per la Regione Piemonte si parla di un totale di 360 milioni di euro che potrebbero essere disponibili a partire dal 2021. Gli obiettivi della nuova programmazione della Pac riguardano essenzialmente le sfide economiche, prima fra tutte quella di assicurare un giusto reddito e ri-bilanciare il peso degli agricoltori nella catena del valore». Continua Ramello: «Sarà obbligatorio il sostegno di base al reddito per la sostenibilità e ci sarà un premio giovani volontario, così come i regimi ecologici che saranno obbligatori per gli Stati membri ma saranno volontari per le imprese agricole; il sostegno accoppiato sostanzialmente sarà uguale a quello che conosciamo già. Verrà introdotto anche un tetto agli aiuti secondo il cosiddetto capping che verrà utilizzato per creare quella cassaforte che andrà a finanziare il premio al sostegno redistributivo. Nel PSR della Regione Piemonte la sottomisura che interessa di più il settore del riso è la 10.1.2 “Interventi a favore della biodiversità nelle risaie” che verrà rifinanziata con quasi €5.000.000 con un bando, si ipotizza, di durata triennale».
Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti Piemonte, commenta così: «Nel corso del periodo di transizione riusciamo a posticipare almeno fino al 2022 le misure agroambientali a garanzia tutte le imprese che hanno fatto la richiesta per le misure agroambientali sul riso, attraverso un nuovo bando oppure attraverso la prosecuzione naturale del bando sul quale si erano già impegnati. Quindi abbiamo la prosecuzione delle misure dell’agroambiente ed abbiamo la possibilità di migliorare le misure attuali: penso al tema dei giovani ed alla possibilità di valorizzare la risorsa acqua e quindi al ruolo che le imprese del riso hanno rispetto alla gestione delle acque superficiali. Vogliamo chiedere un cambiamento dei requisiti del bando sulla misura di miglioramento aziendale la 4.1.1 perché, così come è stata costruita, ha tagliato fuori moltissime imprese del riso che per una questione di produzione e di dimensioni standard hanno spesso non sono riuscite ad entrare in posizione utile nelle graduatorie. Sulla nuova Pac ci sono molte questioni ancora aperte perché il testo attuale della Pac è arrivato prima delle politiche che questa nuova Commissione ha messo un campo: ci stiamo già preparando per capire quale sia la strada migliore da percorrere ed è molto probabile che i titoli continueranno ad esserci e che continuerà a esserci anche il percorso di convergenza interna».
Moncalvo mette poi in risalto la questione dell’accoppiato: «Bisognerà anche riprendere la discussione sull’accoppiato: per il riso c’è sempre stato per tutti e, nel momento in cui sapremo quante risorse ci saranno, immaginare che ci sia un accoppiamento ci aiuta a governare un po’ le produzioni fra le varietà Indica le varietà Japonica. L’accoppiamento potrebbe essere una misura utile se gestita in modo intelligente, per aiutare a far sì che a seconda della varietà e della tipologia di riso che sceglie di coltivare attraverso il prezzo del mercato e attraverso l’aiuto dell’accoppiamento, l’azienda abbia un reddito ad ettaro più o meno garantito. Dobbiamo fare sempre molta attenzione alle specificità del riso che, nella quasi totalità dei casi, non è non è soggetto a rotazione se non di lunghissimo periodo, quindi dobbiamo fare in modo da garantire questa specificità del riso anche nella nuova Pac: la lista delle nuove pratiche agricole che sarà costituita a livello nazionale dovrà avere una particolare attenzione al riso». (Nelle prossime ore, pubblicheremo gli altri interventi) Autore: Milena Zarbà