Era già nell’aria da tempo, ma con l’approvazione dei regolamenti transitori c’è finalmente l’ufficialità: l’attuale regime della PAC non terminerà a dicembre 2020, ma sarà prorogato fino al 31/12/2021. Una soluzione che non convince: «Abbiamo bisogno di dare certezze ai nostri produttori agricoli e per questo il Parlamento europeo chiede di ottenere una proroga dell’attuale Pac come minimo di due anni, ossia fino al 31 dicembre 2022, e non di un solo anno come propone la Commissione europea tramite i regolamenti transitori. Questa per noi è una posizione non negoziabile» ha spiegato l’eurodeputato Paolo De Castro, coordinatore S&D alla commissione agricoltura del Parlamento Ue. C’è molta preoccupazione per un blocco o un rallentamento dei pagamenti, anche perché la nuova Pac sarà una rivoluzione sul piano organizzativo, assegnando il compito ai singoli Stati di gestire pagamenti e controlli. Una prospettiva inquietante per chi, come l’Italia, ha un’efficienza a macchia di leopardo.
In Piemonte, ad esempio, Arpea è in difficoltà e recentemente anche le strutture dell’Assessorato all’agricoltura hanno espresso incertezze sui tempi di pagamento della Pac già a partire dal 2020. Tanto è bastato per inquietare tutti, far imbizzarrire la Coldiretti e far scattare il soccorso verde: mentre la bonomiana continua a criticare la Giunta Cirio (Paolo Dellarole sul Corriere Eusebiano ha accusato l’assessore Protopapa di non prendere decisioni sull’assegnazione delle risorse residue), Confagricoltura Piemonte mette le mani avanti, con un comunicato che, totalmente a freddo, fa sapere che la Giunta piemontese sta cercando i soldi per continuare a pagare le misure ambientali. «Apprezziamo l’impegno del presidente Cirio, del vicepresidente Carosso e dell’assessore all’agricoltura Protopapa per il reperimento delle risorse, nell’ambito della programmazione del Piano di Sviluppo Rurale, per la prosecuzione delle misure agroambientali. Si tratta – sottolinea il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia che è intervenuto con il direttore dell’organizzazione Ercole Zuccaro (dirigente di Forza Italia, stesso partito di Cirio; ndr) all’incontro che si è svolto a Palazzo Lascaris – di un’azione che riteniamo essenziale per il miglioramento dell’ambiente, nell’interesse delle imprese agricole, dei cittadini e del territorio, che ha consentito, nel corso di circa vent’anni, di ridurre in modo drastico l’impiego di fitofarmaci e fertilizzanti, a tutto vantaggio della qualità delle nostre produzioni». Confagricoltura rimarca «lo spirito costruttivo dell’incontro, che ha registrato una solida condivisione degli obiettivi, volta a rafforzare lo sviluppo produttivo del sistema agroalimentare piemontese, puntando al completo sfruttamento di tutte le risorse disponibili della programmazione europea e regionale». Confagricoltura nelle scorse settimane ha piazzato un proprio uomo – l’alessandrino Valter Parodi – nello staff di Protopapa: in pratica, il comunicato serve a rassicurare agli associati sull’impegno dell’organizzazione più che della Giunta, in un momento che sarebbe invece di grande incertezza.
Così la pensa invece Dellarole: «Numerosi giovani risultano ancora esclusi dal finanziamento della misura relativa all’insediamento» e molte aziende cerealicole «sono state tra quelle maggiormente penalizzate». Ma soprattutto, «troppe aziende attendono le risorse per il miglioramento aziendale». Ciò che in realtà preoccupa maggiormente è che «nessuno stanziamento è stato fatto per il 2020 circa le misure agroambientali, nello specifico per l’agricoltura integrata». Per la prima volta, però, Coldiretti accusa la precedente amministrazione (l’assessore all’agricoltura Giorgio Ferrero proveniva proprio dalle file della bonomiana): «Paradossalmente, viene peggiorata ancora la situazione, già critica, della passata amministrazione» dichiara Dellarole.