Non partirà prima del 1° gennaio 2022: è questo uno dei punti fermi della nuova PAC post 2020, sulla quale è in corso un acceso dibattito a livello europeo e nazionale. L’orientamento della Commissione europea, ormai è evidente, è quello di mantenere in vita l’attuale PAC anche dopo il 2020, pur con tutti i suoi limiti e difetti e pur tenendo conto delle necessarie modifiche da apportare: si prevedono, in questo senso, un ricalcolo al ribasso dei nuovi titoli, che subiranno un taglio del 2% e nel 2021 dell’1,5%, ed il mantenimento dei pagamenti per i giovani agricoltori, degli aiuti accoppiati (150 euro/ha per il riso) e della riserva nazionale dei titoli. I titoli in essere e i pagamenti diretti rimarranno in vigore sino a dicembre 2021.
Perinotti: un paio d’anni almeno…
«Posto che la decisione ultima spetta alla Commissione, è probabile che si proseguirà ancora per un certo periodo, almeno un paio d’anni, con la vecchia PAC, anche se probabilmente non oltre il 2022», considera Giovanni Perinotti, presidente di Confagricoltura Vercelli; «è un dato di fatto che ogni modifica del regolamento decurta inevitabilmente risorse, quindi la speranza è che la Commissione ci metta più tempo possibile a decidere, per evitare conseguenze negative». Punto focale della strategia di assunzione dei contributi sarà l’ambiente: «Tutti i regolamenti della PAC saranno declinati sulla base di questo concetto e, molto probabilmente, i contributi saranno modulati a seconda di come ci si comporta in campagna», aggiunge Perinotti, che pone anche l’accento sulla necessità di maggiore vigilanza sul rispetto dei regolamenti; altro tema che sarebbe necessario approfondire è, conclude Perinotti, quello del riso d’importazione, «che arriva da Paesi che sono i più poveri del mondo, i meno controllati e i più invasivi dal punto di vista dei fitofarmaci impiegati».
Greppi: tagli inaccettabili
Del medesimo avviso è Stefano Greppi, Presidente di Coldiretti Pavia: «Attualmente per quanto riguarda la PAC possiamo dire con certezza che non si possono accettare tagli di bilancio della Politica Agricola Comunitaria che possono avere ricadute negative sugli agricoltori e sui risicoltori. Per salvaguardare le risorse finanziare, è necessario un grande rigore nelle prossime tappe del negoziato tra i Capi di Stato e di Governo ed è anche necessario realizzare una riforma della PAC che riequilibri la spesa, facendo in modo di recuperare con forza il suo antico ruolo di sostegno ai redditi e all’occupazione agricola. Solo in questo modo si potrà salvaguardare un settore strategico per la sicurezza alimentare, in particolare in ambito risicolo». Con l’adozione dei regolamenti transitori – chiarisce Coldiretti – la Commissione europea riconosce che, per il prolungarsi dello stallo sui negoziati paralleli sulla riforma e sul bilancio Ue 2021-2027, non ci sono i tempi per avviare la nuova Pac nel 2021 come previsto. La Commissione propone quindi una serie di aggiustamenti necessari a estendere l’attuale quadro legislativo – spiega ancora Coldiretti – e posticipare l’applicazione delle nuove regole di un anno, affinché la nuova Pac possa entrare in vigore il 1 gennaio 2022. «I sostegni previsti dalla futura PAC non dovranno essere disgiunti dalla valorizzazione della qualità delle produzioni nazionali, riconoscibili dal consumatore unicamente attraverso l’indicazione obbligatoria in etichetta del Paese di origine– sottolinea ancora Stefano Greppi – La nuova PAC, inoltre, dovrà favorire accordi di filiera tra i diversi attori della filiera risicola che consentano la trasparenza delle produzioni e un’equa ripartizione del valore aggiunto». Infine persiste il nodo delle importazioni. «L’UE non può continuare ad ignorare il mancato rispetto dei diritti dei lavoratori in certi paesi produttori di riso – conclude il Presidente di Coldiretti Pavia – sia dal punto di vista umano sia per la concorrenza sleale che tali importazioni esercitano sui nostri produttori di riso. Tale condizione deve poter essere applicata per le tutte le importazioni di riso provenienti da qualsiasi paese terzo (PMA, Mercosur, ecc.)».
Daghetta: traguardo incerto
Giovanni Daghetta, presidente di CIA Lombardia, osserva: «Le ultime notizie che arrivano da Bruxelles fanno intravvedere un proseguimento del regime della vecchia PAC per il 2020 – 2021 e quindi l’entrata in vigore della nuova PAC a decorrere dal 2022. Anche se in questo momento risulta difficile fare proiezioni, pare che sostanzialmente ci sia una volontà abbastanza assodata di eliminare i dati storici e questo per noi risicoltori è un problema serio, insieme a quello della convergenza interna». Daghetta propone altresì di applicare al riso il sistema OCM, già a regime per altri produttori, per esempio i viticoltori: «Potrebbe essere l’Ente Risi ad occuparsi della gestione dei premi, come già avvenuto egregiamente in passato». Autore: Milena Zarbà