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PULSAR SPIEGA PAC E CARBON FARMING

da | 29 Gen 2025 | Non solo riso

pac carbon farming

Normative Pac e carbon farming. Questi i principali temi di “Come affrontare il 2025 tra normative e scienza”, il convegno organizzato qualche giorno fa dallo studio Pulsar e dal suo fondatore Fabio Lanfranchini.

Tra gli ospiti, il genetista Massimo Biloni che ha parlato di miglioramento genetico delle varietà di riso che può aiutare gli agricoltori ad affrontare crisi climatiche e variazioni di mercato. Poi la biologa micologa Marinella Rodolfi che ha ragionato sui metodi di diffusione e di potenziale contenimento del Fusarium. Ma anche Mirko Pavesi, field crop expert di Syngenta, che ha portato l’esperienza di una ricerca condotta con l’Ente Risi mirata all’ottimizzazione dei trattamenti fungicidi su riso e del sempre crescente interesse per prodotti innovativi come i biostimolanti.

LE NORMATIVE PAC

Il primo punto affrontato da Lanfranchini è stata la normativa Bcaa 7 della Pac attualmente in vigore. La Bcaa 7 prevede la possibilità per il 2025 di poter scegliere tra la rotazione colturale o la diversificazione sui suoli dedicati a seminativi. Per rotazione si intende il cambio di genere botanico, non solo di specie. Non è dunque possibile fare grano su grano o mais su mais.

Ci sono tuttavia diverse deroghe a questa norma. Ad esempio, sono escluse le aziende i cui seminativi sono utilizzati per più del 75% per fare colture sommerse (come il riso), per la produzione di erba o altre piante erbacee da foraggio. Oppure le aziende sotto i dieci ettari, o chi applica metodi di agricoltura biologica o Lotta Integrata (SQNPI). La diversificazione riprende invece le regole attuate nella PAC precedente chiamate Greening.

Complessa la valutazione da fare per ogni singolo produttore, vista la presenza nel 2023 della così detta “deroga Ucraina” che aveva derogato per quell’anno sia la Bcaa7 che la Bcaa8, per capire se nel 2025 potrà applicare la diversificazione o sarà costretto a terminare la rotazione iniziata nel 2024.

UNO SGUARDO ALLA PROSSIMA PAC

A Bruxelles si sta già iniziando a discutere della prossima Politica Agricola Comune. È stato questo il secondo punto affrontato dal perito.

La Pac 2028-2034 è al centro delle strategie dell’Unione Europea per sostenere l’agricoltura, combattere il cambiamento climatico e promuovere la sicurezza alimentare. Una buona notizia è il fatto che il 18 luglio scorso la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha fatto capire che gli agricoltori potranno continuare a contare su una Pac forte. Ma molto dipenderà dal budget stanziato.

Il Gruppo di Dialogo Strategico sul Futuro dell’Agricoltura in Europa a settembre ha presentato un testo che propone una riforma profonda della Pac, puntando a un modello che promuova una transizione giusta e inclusiva verso la sostenibilità.

Uno dei principali suggerimenti è una riforma dei meccanismi di sostegno al reddito, oggi principalmente basati sulla superficie delle aziende agricole. La proposta è di rendere questo sostegno più mirato, rivolgendosi agli agricoltori attivi che ne hanno maggior bisogno, evitando effetti collaterali come l’aumento dei costi di produzione e gli ostacoli al ricambio generazionale.

Il rapporto invita l’Ue a trasformare la Pac in uno strumento più efficace per promuovere pratiche agricole sostenibili e rispettose dell’ambiente. Il Gruppo propone di aumentare progressivamente i finanziamenti destinati alla transizione ambientale. L’obiettivo è fornire incentivi sufficienti agli agricoltori per adottare pratiche avanzate di sostenibilità, come il sequestro del carbonio e la conservazione della biodiversità. La transizione verso un’agricoltura sostenibile richiederà ingenti investimenti.

L’agricoltura biologica e l’agroecologia avranno un ruolo crescente, poiché sono considerate pilastri fondamentali per una Pac rinnovata. Infine, il Gruppo di Dialogo Strategico chiede un impegno concreto per ridurre il consumo di suolo, suggerendo un obiettivo giuridicamente vincolante di “zero consumo netto di suolo entro il 2050” e una gestione più sostenibile delle risorse territoriali.

CARBON FARMING

L’ultimo argomento introdotto da Lanfranchini è forse quello più innovativo e ancora sconosciuto ai più. È il carbon farming, letteralmente “coltivazione di carbonio”. Consiste in un modo innovativo di fare agricoltura per catturare l’anidride carbonica emessa in atmosfera, dannosa per l’ambiente, e per stoccarla nel suolo. L’obiettivo è contrastare il cambiamento climatico, ma anche fornire agli agricoltori una fonte di reddito aggiuntiva. Un agricoltore che decida di modificare in questo senso le tecniche di coltivazione dei propri terreni, potrebbe aumentare sensibilmente le capacità di questi di assorbire CO2 dall’atmosfera e incamerarla nel suolo.

L’incentivo maggiore per i prossimi anni sarà la costituzione di un Mercato dei Crediti di Carbonio. Un credito di carbonio è un’unità di carattere finanziario corrispondente a una tonnellata di diossido di carbonio (CO2, il cui aumento in atmosfera è principalmente di origine antropica) rimosso in maniera permanente dall’atmosfera. L’agricoltore che adotta pratiche di agricoltura sostenibile potrà vendere i suoi crediti di carbonio ad aziende private, interessate a compensare la propria impronta climatica e raggiungere gli obiettivi di Carbon Neutrality.

Per le aziende che non riescono a ridurre oltre un certo limite le proprie emissioni, l’acquisto di crediti di carbonio può rappresentare un vantaggio competitivo. Dimostra un impegno verso la sostenibilità e l’ambiente e presentare un bilancio di sostenibilità in regola può essere utilizzato anche per sostenere la reputazione dell’azienda e la promozione del proprio marchio. Considerando anche la crescente attenzione verso la sostenibilità sia da parte dei consumatori, e in risposta dalle aziende, i crediti di carbonio rappresentano un mezzo vincente sotto molteplici aspetti. Esempi sono la conservazione della biodiversità, lo sviluppo sostenibile della società, la lotta contro il cambiamento climatico. Inoltre rappresentano una fonte di reddito per gli investitori.

 

 

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