Con un decreto del 1 febbraio, il ministero della Salute ha vietato l’uso di prodotti fitosanitari contenuti la sostanza attiva oxadiazon dal 30 giugno 2020 e ne ha vietato la commercializzazione dal 30 giugno 2019 (scarica il decreto oxadiazon). Lo comunica l’Ente Nazionale Risi. La notizia è esplosiva: non perché non fosse noto che era scaduto il periodo di autorizzazione dell’oxadiazon, ma perché si riteneva che la società leader nella commercializzazione di questa sostanza stesse lavorando per una proroga o per un’autorizzazione in deroga. A quanto ci risulta, la multinazionale tedesca sta ancora lavorando a un dossier per dimostrare che la sostanza attiva è indispensabile può essere utilizzata senza inquinare ed anche una società portoghese starebbe pensando a chiedere la registrazione di un prodotto a base di oxadiazon per il riso. Tuttavia, è proprio il decreto a gelare le speranze: di solito, infatti, in caso di autorizzazioni scadute e che si ritiene di poter rinnovare viene dato un periodo di commercializzazione di sei mesi e di utilizzo di ulteriori sei. In questo caso è stato subito accordato un termine più lungo, come se dovesse essere anche ultimo e definitivo. Così, è scattata la corsa all’accaparramento delle quantità disponibili, che sarebbero limitate. Autore: Paolo Viana
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