Riprenderà martedì 7 ottobre in Consiglio provinciale a Oristano l’esame del regolamento speciale per la coltivazione del riso nella provincia più risicola della Sardegna. Come abbiamo segnalato, in quell’area la tensione è salita alle stelle quest’estate per la presunta proliferazione di zanzare nelle aree in sommersione. Nesuna prova scientifica, ma il riso è finito alla sbarra come “tana” della zanzara tigre nonché temibile vettore della febbre del Nilo… A noi spetta registrare i fatti: nell’ultima riunione il Consiglio Provinciale di Oristano ha ribadito che la coltivazione di questo cereale in provincia di Oristano verrà disciplinata, oltre che dal testo unico delle leggi sanitarie, anche dal nuovo regolamento. E’ la prima volta. «L’articolo 2 è in pratica quello più importante che disciplina e determina le distanze minime e della zone di rispetto sopratutto dai centri abitati – ha spiegato l’assessore Mariella Pani ai giornali -. Con un primo emendamento era stata modificata la distanza minima dai centri abitati, spostandola dai 200 iniziali a 50 metri. Anche il resto delle distanze, tra risaie, ospedali, e scuole, prevista in 150 metri, potrebbero subire quindi delle modifiche». Il testo in discussione prevede, inoltre, che le risaie debbano avere una distanza minima di almeno 100 metri da strutture di servizio, come possono essere i cimiteri, per arrivare a 50 metri da centri sportivi e ben 200 dai punti di captazione delle acque potabili ad uso umano. Gli articoli che compongono il regolamento sono 24. Tra l’altro, si impone ai Comuni di mantenere costantemente aggiornate le rispettive zone di rispetto. Il riso, anche questo è un fatto, è un prodotto tradizionale dell’Oristanese. O, almeno, lo è stato finora. (05.10.14)
DE MINIMIS: IL NUOVO REGOLAMENTO
La Commissione europea pubblica il 13 dicembre 2024, il nuovo regolamento che alza la soglia “de minimis”, a 50.000euro/agricoltore/triennio.