Un “flash mob” di protesta sulla provinciale 28, davanti alla discarica per il cemento amianto della ditta Acta, si é tenuto il 23 febbraio, all’ingresso della cascina Gallona di Ferrera Erbognone (Pavia). Una manifestazione aperta a tutti per esprimere la contrarietà generale alla messa in esercizio dell’impianto, prevista a marzo con l’arrivo dei primi dei 30mila camion carichi di amianto previsti nell’arco della concessione regionale decennale.La Regione, che mai aveva riconosciuto l’impatto ambientale della discarica nel contesto industriale esistente, ha ora chiesto al Ministero di considerare che l’habitat territoriale è mutato a seguito della discarica stessa. Nel contesto di quanto espresso dalla Regione si chiede in sostanza di prevedere, all’interno del parere istruttorio conclusivo (Pic) ed alla luce dei recenti incidenti avvenuti all’impianto Eni Est e all’Isola 7 della raffineria, la presenza di una vicina discarica di amianto.Sempre della stessa posizione é rimasta invece Coldiretti Pavia, che nel 2014 incalzava per il continuo consumo di suolo agricolo finalizzato ad opere di smaltimento e volte ad inquinare nel tempo le nostre terre, fonte di reddito per migliaia di aziende. Il pensiero di Coldiretti è di forte ostilità verso tutto ciò che impatta negativamente sul territorio, sulla salute dei luoghi e sulla salubrità degli alimenti che vi si producono. E’ una posizione chiara e netta quella di Coldiretti Pavia, che si esprime sul progetto di discarica di amianto da 600mila metri cubi: «il problema smaltimento esiste e va risolto, ma non costruendo una discarica in Lomellina» sottolineava già agli inizi della faccenda l’ex Presidente Coldiretti Pavia, Wilma Pirola, «una zona che sotto l’aspetto ambientale ha già dato tanto». La raffineria di Sannazzaro e l’inceneritore di Parona, infatti, sarebbero a pochi chilometri dalla nuova discarica. «Gli agricoltori della zona sono molto preoccupati- sottolinea Alessandro Bellone, che fino al 2018 per Coldiretti Pavia è stato Presidente della sezione di Ferrera Erbognone, Sannazzaro e Scaldasole, – questo è un territorio a forte vocazione risicola, con tanti corsi d’acqua e che sorge su una costa alluvionale – specifica l’agricoltore di Ferrera -. Non certo il territorio migliore, dunque, per un progetto di questo tipo, che andrà inevitabilmente a pesare sull’agricoltura. La raffineria copre già 300 ettari, e questo progetto consumerà altro suolo agricolo, dice ancora Alessandro Bellone, senza considerare anche la viabilità». Autore: Martina Fasani
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