Giovedì 26 ottobre, si è svolta a Bruxelles una riunione per enunciare le linee della denuncia che il governo italiano presenterà alla Commissione europea per ottenere la clausola di salvaguardia sulle importazioni dai Pma. Il 9 novembre, al tavolo agroalimentare convocato dal Mise, i sottosegretari Scalfarotto e Oliviero aggiorneranno la filiera sui tempi di presentazione ufficiale del documento. Quanto ai contenuti, rispetto al dossier presentato nel 2014, che faceva leva sulla crisi dell’indica, secondo le informazioni raccolte da Risoitaliano, nel dossier si chiede alla Commissione europea di intervenire in difesa della redditività del riso Japonica.
Il ragionamento che viene presentato a Bruxelles – attraverso una documentazione predisposta dall’Ente Risi – è il seguente: se si vuole ritornare a soddisfare il consumo comunitario con la produzione interna, occorre ritornare ai livelli di superficie già conseguiti nell’Ue nella campagna 2010/2011 (478.000 ettari), ma, affinché questo avvenga, l’Unione europea dovrà riequilibrare la produzione interna in modo che le superfici coltivate a riso Indica e a riso Japonica possano attestarsi su livelli in grado di far conseguire al produttore agricolo la giusta remuneratività.
Nel dossier, la situazione di crisi che sta vivendo la risicoltura viene paragonata a quella del 1997, quando l’aumento delle importazioni di riso Indica a dazio zero dai PTOM (Paesi e territori d’oltremare) determinò una riduzione della superficie coltivata a riso Indica e un aumento della superficie a riso Japonica. L’incremento di questa tipologia, come si è visto negli ultimi anni, provoca il crollo delle sue quotazioni e induce, nel medio periodo, l’abbandono della risicoltura. All’epoca della crisi dei PTOM, la Commissione europea, conscia della gravità della situazione, intervenne su sollecitazione dell’Ente Risi e del Governo italiano applicando la clausola di salvaguardia e ripristinando la preferenza comunitaria. Un’analoga iniziativa deve essere intrapresa nella situazione attuale dove il disequilibrio interno trova ancora una volta la sua origine nell’ambito di una concessione unilaterale dell’Ue e, dopo aver squilibrato il mercato dell’indica, sta deprimendo quello del riso Japonica, che costituisce il segmento di produzione in cui storicamente è leader la risicoltura italiana e che alimenta il mercato interno. Di seguito, un grafico tratto dal dossier governativo che evidenzia il legame tra le concessioni e le crisi del riso Indica e Japonica.