Come si contiene l’infestazione da fusarium? Quest’anno il direttore del dipartimento cerealicoltura del Crea e Patrizia Vaccino, responsabile della sede di Vercelli, hanno puntato i riflettori dell’open day sul fusarium. Scelta azzeccata, vista la partecipazione del pubblico. Il convegno, organizzato a margine delle prove (LEGGI L’ARTICOLO), ha messo in evidenza che di questo fungo sappiamo ancora poco ma qualcosa sappiamo. Che si diffonde soprattutto attraverso la semente (ma anche l’acqua e l’aria) e che può produrre danni ingenti, arrivando a compromettere fino all’80% del raccolto. Un altro tema caldo per il seme di riso è quello del nematode e il convegno si è soffermato anche su questa problematica. Ma andiamo con ordine, seguendo gli interventi dei relatori.
Ha iniziato a parlare Stefano Sacchi (Regione Lombardia) che ha illustrato le modalità di diffusione del nematode del riso e ha specificato che la presenza di 30 semi in una partita può risultare fatale al raccolto. Attualmente, vi è tolleranza zero: se si riscontra la presenza di un parassita la partita di seme non viene autorizzata. Attualmente, ha detto Sacchi, arriva ai controlli il 20% di partite infestate. Di seguito, i video in cui Sacchi illustra il problema del nematode soffermandosi soprattutto su quello galligeno.
A sua volta, il professor Davide Spadaro, dell’Università di Torino, ha affrontato il problema del fusarium, insistendo particolarmente sul fatto che esistono pochi principi attivi per la concia del seme e soffermandosi piuttosto sull’efficacia del termotrattamento della semente di riso. Ascoltiamolo nei video.
Ha concluso le relazioni la ricercatrice bosniaca Slavica Matic (Cnr), che ha analizzato i sistemi di diagnosi e i nuovi strumenti che si stanno sviluppando per individuare ilm fusarium direttamente in campo, senza ricorrere immediatamente al laboratorio. Lo spiega nei video.
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