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OLIVERO: L’ENTE RISI DEVE CAMBIARE COSI’

da | 25 Feb 2015 | NEWS

oliverandrea-oBiologico e agricoltura conservativa, etichettatura d’origine e agricoltura di precisione: piatto ricco alla Fiera in campo, che inizia venerdì a Caresanablot, alle porte di Vercelli. Ma per quanto gli argomenti tecnici la facciano da padrone, a tenere banco nei corridoi della Fiera sarà ancora una volta il futuro dell’Ente Risi. Vi abbiamo spiegato la situazione con dovizia di particolari: dal parere dell’Antitrust che tifa per un ridimensionamento dell’Ente (http://www.risoitaliano.eu/lantitrust-ente-risi-e-borse-contro-la-concorrenza/) alla replica del direttore generale Magnaghi (http://www.risoitaliano.eu/lente-risi-replica-allantitrust/), per culminare con la proroga alla presidenza Carrà e il sempre più probabile commissariamento (http://www.risoitaliano.eu/carra-prorogato-ente-commissariato/). La materia del contendere, sarà bene chiarirlo subito, non è solo la poltrona del presidente. Dal rinnovo dei vertici dell’Ente dipende la sopravvivenza dell’Ente Risi come lo conosciamo oggi, perché più d’uno dei “poteri forti” che si affacciano sulla risaia italiana vorrebbe cogliere l’occasione per ritagliarsi una fettina di potere tutta sua. Insomma, siamo all’alba di un cambiamento e non possiamo certo disinteressarcene, ragion per cui, fedeli alle regole del buon giornalismo, iniziamo ad occuparcene andando alla fonte, cioè sentendo il parere del governo da cui dipende la nomina del nuovo presidente e del Consiglio d’amministrazione dell’Ente. A rispondere alle nostre domande è Andrea Olivero (foto piccola), viceministro delle politiche agricole, “delegato” dal ministro Martina a seguire l’operazione Ente Risi.

Partiamo proprio da qui, Olivero: Lei è delegato a occuparsi dell’Ente Risi? 

Sto attivamente collaborando col Ministro Martina sullo sviluppo del settore risicolo in un’ottica di innovazione, trasparenza e tutela del consumatore. Sto quindi seguendo anche l’istruttoria per la nomina dei nuovi organi dell’Ente Risi. Le procedure sono particolarmente complesse e necessitano di attente valutazioni sia di natura tecnica sia politica, per garantire equilibrio tra le diverse componenti del settore risicolo.

Insomma, vi preparate a commissariare l’Ente Risi…

I termini per le nomine purtroppo non si riusciranno a rispettare, come in altre occasioni. Sarà quindi necessario procedere ad un breve commissariamento, dalla durata limitata al tempo necessario per completare l’iter di nomina del Presidente e del consiglio d’amministrazione secondo quanto previsto dallo statuto.

Quale mandato avrà il commissario?

Il commissariamento è un passaggio esclusivamente dettato da motivazioni tecniche e limitato nel tempo. Noi crediamo che Ente Risi possa e debba avere un governo autorevole, competente e capace di garantire al settore una visione di lungo termine. Di conseguenza il commissario dovrà gestire la normale amministrazione dell’Ente fino all’insediamento dei nuovi organi. Naturalmente si potrà usare proficuamente il tempo del commissariamento per predisporre un piano condiviso da tutto il settore, secondo le linee già concordate nei mesi scorsi negli incontri svoltisi al Ministero delle Politiche Agricole. L’Ente Risi – ed i suoi organi – saranno tanto più autorevoli quanto rappresenteranno istanze condivise ed insieme coraggiose.

Dopo il commissariamento si dovrà pur nominare un presidente. Scusi, ma non avevate promesso di fare un concorso?

Il Ministro Martina ha introdotto al MiPAAF la buona pratica della “chiamata a valenza pubblica” per le nomine nelle controllate e partecipate, scelta di trasparenza e coraggio. In questo caso, però, la nomina del Presidente è connessa alle designazioni nel CdA delle diverse componenti e quindi risulta difficile poter contemperare esigenze di competenza e di rappresentanza con un concorso vero e proprio. Quello che è certo è che valuteremo attentamente i titoli e le esperienze di chi sarà designato e favoriremo un processo di concertazione.

Cosa chiederà il governo al nuovo presidente dell’Ente Risi?

In primo luogo chiederemo un forte impegno per realizzare finalmente quella coesione tra tutta la filiera che è mancata e che non ha permesso di affrontare con la forza adeguata le sfide che si avevano di fronte. Inoltre porremo due temi specifici, assolutamente ineludibili: la riorganizzazione del mercato del riso, tenendo in considerazione le osservazioni dell’Antitrust, e la promozione del riso italiano, che parte dalla ricerca e dalle sementi ma deve arrivare fino alla riconoscibilità e valorizzazione del prodotto sugli scaffali dei supermercati. Presidente e CdA, al di là delle rappresentanze legittime, debbono osare: dalla crisi si può uscire solo con decisioni coraggiose, che ciascuna parte deve affrontare con apertura e anche con generosità. Se l’obiettivo è salvaguardare il settore, ognuno è chiamato responsabilmente a fare la sua parte.

La crisi del settore è sotto gli occhi di tutti: secondo Lei, quali sono gli errori più gravi commessi in questi anni?

Di certo il settore in passato è stato fortemente supportato dagli aiuti accoppiati della Politica Agricola Comunitaria ma tale sostegno non ha portato ad adeguati investimenti in quanto è stato utilizzato come supporto al reddito; in seguito la riduzione dell’aiuto accoppiato e la contestuale apertura del mercato ha di fatto esposto molte aziende risicole ad una competizione internazionale molto aggressiva. Occorre a questo punto contrastare la stagnazione del consumo interno e valorizzare la specificità delle nostre produzioni e la ricchezza delle nostre varietà, facendo in modo che si crei un mercato privilegiato per il riso italiano, che ne riconosca la qualità straordinaria. Non è impossibile invertire la rotta, a patto di coordinare gli sforzi – strutturando e organizzando meglio la filiera – e credere davvero nel futuro del settore. (Nella foto grande, tratta dal sito www.enterisi.it, un ricercatore del Centro ricerche sul riso di Castello d’agogna: la ricerca è una delle attività che saranno interessate dalla riforma dell’Ente preannunciata dal governo) (25.02.15)

PAGANINI SOTTO L’ALBERO

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L’offerta, nonostante un aumento nell’investimento di superficie del 37,6%, in seguito all’inserimento in griglia di Paganini, è in difetto

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