L’Ente Risi risponde a Federbio. Dopo la lettera divulgata da Risoitaliano, nella quale si chiedeva che l’Ente Risi prevedesse l’obbligo di inserire nella denuncia di semina e di produzione la tipologia “biologico” allo scopo di facilitare i controlli e rendere possibile una reale tracciabilità del riso bio, l’ente pubblico economico ha replicato così: «l’Ente Nazionale Risi non ha nulla in contrario, ma non può modificare la modulistica in questione perché è materia riservata alla legge. E’ dunque necessaria una modifica della normativa nazionale affinché sia stabilito l’obbligo del produttore di denunciare la semina e la produzione di riso biologico, senza la quale l’Ente Nazionale Risi non può chiedere al produttore tale dichiarazione». In un comunicato pubblico, si precisa anche che «alla lettera, l’Ente Nazionale Risi ha risposto sollecitamente evidenziando la necessità di un passaggio normativo». Ora la palla passa a Federbio, in termini di lobbying: spetta cioè alla filiera del biologico attivarsi, presumibilmente con l’appoggio dei sindacati, per far tesoro di questa “disponibilità” dell’Ente Risi.
Federbio preme perché si arrivi a una convenzione tra l’Ente Risi e il Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari , ossia la repressione frodi, sulla falsariga di quello che la lega all’Ente Risi per i controlli sul riso d’importazione e in applicazione del comma 13 dell’art. 27 del Reg. CE 834/2007, che recita: «Gli Stati membri provvedono affinché il sistema di controllo istituito permetta la tracciabilità di ogni prodotto in tutte le fasi della produzione, preparazione e distribuzione conformemente all’articolo 18 del regolamento (CE) n. 178/2002, segnatamente per garantire ai consumatori che i prodotti biologici sono stati prodotti nel rispetto dei requisiti stabiliti nel presente regolamento». In realtà, la risposta dell’Ente Risi sembrerebbe escludere la possibilità che vi possa essere una convenzione in assenza di un “passaggio normativo” ma Federbio confida nel fatto che sia l’ICQRF, che dipende dal Ministero, ad attivarsi. L’obiettivo finale di tutti, pare di capire, è quello di garantire controlli effettivi ed efficaci sul riso biologico, attualmente impossibili per carenza di dati che rendano possibile una reale tracciabilità. (nella foto grande, Paolo Carrà, presidente dell’Ente Risi)