Si fa un gran parlare di Ogm, in questi giorni. La notizia che il nostro Paese ha optato per il divieto assoluto di coltivare vegetali transgenici ha una sua importanza teorica, certo, ma non modifica in nulla il lavoro dei risicoltori. La linea No Ogm prevale a livello politico e sindacale da decenni e non cambierà nel breve periodo perché è una bandiera che funziona, appassiona, divide, e dividendo permette di governare. Bisogna prenderne atto, anche perché le multinazionali da anni si sono convinte che l’agricoltura italiana resterà Ogm free e puntano a offrire a questo mercato altre soluzioni, meno orientate a massimizzare la produzione e più inclini a ridurre i costi, soluzioni che accarezzano il pelo “green” della nostra agricoltura. Ne ha dato un saggio la Dupont, che ha presentato a Milano una serie di sistemi che puntano alla maggiore efficienza in agricoltura. “In un contesto di risorse scarse – ha spiegato Luigi Coffano, Country Leader – abbiamo sviluppato esclusivi servizi di monitoraggio per il controllo sostenibile delle avversità: ad esempio, Evalio® Agrosystems, una rete di monitoraggio dei parassiti che, fornendo avvisi in tempo reale per ottimizzare l’uso di agrofarmaci e proteggere resa e qualità delle colture, consente agli agricoltori di applicare la giusta quantità di prodotto al momento giusto, per ottenere il massimo beneficio.” Un’altra soluzione a sostegno dell’agricoltura lanciata da DuPont Pioneer è la gamma di ibridi Optimum® AQUAmax®, che contribuiscono a ottenere rese più stabili in condizioni di siccità e un potenziale di alte rese in condizioni colturali favorevoli. Grazie all’impegno nella ricerca su queste problematiche, DuPont sostiene di ottenere “concreti progressi nella comprensione dei fattori che contribuiscono alla tolleranza alla siccità. Ciò permetterà di continuare a fornire agli agricoltori ibridi di mais tolleranti, in Europa e in tutto il mondo”. La multinazionale sta lavorando sodo sull’etanolo ottenuto da materie rinnovabili e non alimentari e lavora su gas serra e siccità con ottimi risultati. Le soluzioni cui abbiamo accennato non riguardano il riso, ma non è azzardato prevedere che gli studi di Dupont – come di altre società agrochimiche – sull’efficienza e sulla sostenibilità vadano a impattare in futuro anche sulla risicoltura italiana. Sicuramente più di quanto sono destinati a fare, evidentemente, gli Ogm.(08.10.2015)
IL RISO CHE MANGIA L’ARIA
Progettare un riso che ottenga l’azoto dall’aria per essere una coltura produttiva invece che attraverso fertilizzanti sintetici.