Le trappole per la «popillia japonica», l’insetto dannoso che sta colpendo l’area del Piemonte e della Lombardia intorno alla zona di Galliate da un lato del Ticino e di Turbigo dall’altro, stanno facendo la loro comparsa anche tra i campi di riso. Si tratta di contenitori che attraggono gli esemplari adulti attraverso l’uso di feromoni, e li catturano trattenendoli all’interno. L’anno scorso con questo metodo ne erano stati catturati dieci milioni. In Piemonte come in Lombardia l’area interessata è localizzata non lontano dall’aeroporto di Malpensa e da quello militare di Cameri: una delle ipotesi è che l’animale, di origine giapponese ma ormai presente da molti anni anche negli Stati Uniti, sia potuto arrivare attraverso questo canale. Da Torino, la Regione ha stanziato un milione di euro per combattere l’insetto, anche attraverso metodi biologici: nella prima fase sono stati sparsi nelle aree interessate circa mille miliardi di esemplari di un nematode (Heterorhabditis bacteriophora) che parassitizza le larve del coleottero che vivono nel suolo sotto i prati. Gli interventi, realizzati sul territorio dall’Istituto Piante da Legno e Ambiente (IPLA), sotto la guida del settore Fitosanitario regionale, si sono resi obbligatori a seguito di un decreto di lotta ministeriale, e hanno interessato circa 440 ettari di territorio, concentrati nei comuni della provincia di Novara, in particolare Bellinzago Novarese, Oleggio e Pombia. Gli altri comuni dell’area infestata in cui l’insetto è stato ritrovato nel 2015 sono Cameri, Galliate, Marano Ticino, Mezzomerico, tutti i comuni che si trovano all’interno dell’area del Parco Naturale del Ticino.
TRA HORRIBILIS E MIRABILIS
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