È stata deliberata venerdì 11 luglio 2014, dalla Giunta regionale lombarda la proposta definitiva di Programma di sviluppo rurale 2014-2020. Il nuovo Psr sarà notificato entro il 22 luglio alla Commissione europea, per l’approvazione attraverso l’apposita procedura comunitaria. Sarà operativo dall’1 gennaio 2015 e metterà a disposizione, complessivamente, 1.157.565.000 euro, “133 milioni di euro in più rispetto alla programmazione precedente, del settennato 2007-2013”, come dichiarato dall’assessore all’agricoltura di Regione Lombardia Gianni Fava. I destinatari del Psr sono le aziende agricole, agroindustriali e forestali, gli Enti pubblici, le piccole e medie imprese, gli organismi di formazione e consulenza. Più specificatamente, il Programma di sviluppo rurale individua sei “priorità” e 15 “focus area”, che rispondono all’esigenza di una crescita complessiva dell’agricoltura lombarda.
Priorità 1: stimolare l’innovazione, la cooperazione e lo sviluppo della base di conoscenze nelle zone rurali; rinsaldare i nessi tra agricoltura, produzione alimentare e silvicoltura, da un lato, e ricerca e innovazione, dall’altro, anche al fine di migliorare la gestione e le prestazioni ambientali; incoraggiare l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita e la formazione professionale nel settore agricolo e forestale;
Priorità 2: migliorare le prestazioni economiche di tutte le aziende agricole e incoraggiare la ristrutturazione e l’ammodernamento delle aziende agricole, in particolare per aumentare la quota di mercato e l’orientamento al mercato, nonché la diversificazione delle attività; favorire l’ingresso di agricoltori adeguatamente qualificati nel settore agricolo e, in particolare, il ricambio generazionale;
Priorità 3: migliorare la competitività dei produttori primari, integrandoli meglio nella filiera agroalimentare attraverso i regimi di qualità, la creazione di un valore aggiunto per i prodotti agricoli, la promozione dei prodotti nei mercati locali, le filiere corte, le associazioni e organizzazioni di produttori e le organizzazioni interprofessionali;
Priorità 4: salvaguardia, ripristino e miglioramento delle biodiversità, compreso nelle zone ‘Natura 2000’, nelle zone soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli specifici, nell’agricoltura ad alto valore naturalistico, nonché dell’assetto paesaggistico dell’Europa; migliore gestione delle risorse idriche, compresa la gestione dei fertilizzanti e dei pesticidi; prevenzione dell’erosione dei suoli e migliore gestione degli stessi;
Priorità 5: rendere più efficiente l’uso dell’acqua nell’agricoltura; rendere più efficiente l’uso dell’energia nell’agricoltura e nell’industria alimentare; favorire l’approvvigionamento e l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili, sottoprodotti, materiali di scarto, residui e altre materie grezze non alimentari ai fini della bioeconomia; ridurre le emissioni di gas a effetto serra e di ammoniaca prodotte dall’agricoltura; promuovere la conservazione e il sequestro del carbonio nel settore agricolo e forestale;
Priorità 6: stimolare lo sviluppo locale nelle zone rurali.
Degli oltre 1,157 miliardi di euro di risorse complessive a disposizione, nella ripartizione del budget, fra le priorità territoriali privilegiate, sono stati assegnati circa 79 milioni di euro per il trasferimento della conoscenza; 279 milioni di euro per la competitività; 200 milioni di euro per l’innovazione nelle qualità e nelle filiere; 323 milioni di euro per la salvaguardia ecosistemi; 170 milioni di euro per l’uso efficiente delle risorse; 65 milioni di euro per lo sviluppo locale (CLLD) e aree interne. Le misure e le operazioni programmate saranno attivate dopo l’approvazione comunitaria, previa consultazione del Comitato di Sorveglianza. Inoltre, tutte le operazioni saranno avviate con specifiche disposizioni attuative, che detteranno i principi e le modalità di accesso agli aiuti previsti. Le misure del nuovo Psr riguardano principalmente formazione e informazione; consulenza; regimi di qualità, prima adesione e promozione; investimenti materiali aziende agricole, agroindustria, infrastrutture, investimenti non produttivi; primo insediamento giovani, diversificazione, imprese non agricole; servizi di base e rinnovamento dei villaggi nelle zone rurali; investimenti nello sviluppo delle aree forestali e miglioramento della redditività delle foreste; pagamenti agroclimatico-ambientali; agricoltura biologica; indennità Natura 2000 e indennità connesse alla
direttiva quadro sull’acqua; indennità per le zone soggette a vincoli naturali o altri vincoli specifici; cooperazione; supporto per lo sviluppo locale Leader; assistenza tecnica.