Una dose massima per l’Oxadiazon utilizzato in sommissione, anche se si pratica la semina in asciutta seguita da sommissione, e una serie di pratiche che diventano vincolanti anche per Quinclorac, Triciclazolo e Azoxistrobina (ma in tali casi non è prevista una restrizione nella dose). Sono i nuovi limiti imposti dalla Regione Piemonte alla risicoltura, dopo la scoperta di residui inquinanti nelle acque di falda e in quelle superficiali. Questa mattina, a Torino, nel corso di una riunione tecnica seguita da Risoitaliano, i funzionari del dipartimento ambiente della Regione hanno spiegato ai sindacati agricoli e ai produttori e commercianti di diserbanti e fungicidi che il giro di vita è pensato per evitare guai peggiori: l’Europa, hanno ripetuto più volte, ha attenzionato questi prodotti, alcuni sono formalmente sotto esame e si vuole evitare che un inquinamento conclamato possa indurre Bruxelles a vietare del tutto l’utilizzo di sostanze fondamentali per il controllo delle infestanti in risaia. In sintesi, a partire da quest’anno, si potrà utilizzare solo 0,8 litri ad ettaro di Oxadiazon, se si coltiva in sommersione ed anche se si semina in asciutta ma poi si sommerge il riso. Inoltre, sarà obbligatorio effettuare un unico trattamento, che dovrà avvenire nei sette giorni precedenti la semina in acqua del riso, non si potrà scaricare l’acqua della risaia trattata nei primi 5 giorni che seguono l’utilizzo del diserbante e bisognerà utilizzare nella distribuzione gli ugelli di fine barra a getto tagliato, allo scopo di evitare la deriva o l’irrorazione di canali adiacenti al campo. Analoghe procedure per le altre tre sostanze, per le quali tuttavia non ci sono dosi limite, se non quelle indicate in etichetta. Nelle prossime ore illustreremo nel dettaglio le nuove misure piemontesi. (15.01.2016)
CHE FINE FA IL CHEROSENE?
Sottolineiamo un’emergenza mentre parte il monitoraggio