«NON SI CONTROLLA IL NEMATODE COSÌ»

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa lettera di Giuliano Compagnin, risicoltore e moltiplicatore di riso nel Vercellese: «Mesi fa, Risoitaliano ha dato notizia dell’obbligo di utilizzare seme certificato nelle semine di riso dal 2024 solo per l’Italia pare che le altre produzioni europee non abbiano lo stesso vincolo. Da moltiplicatore dovrei essere entusiasta del fatto che si venda più seme. Come si sa, però, la quantità di semente distribuita non è sempre un fatto positivo: una alta densità di semina condiziona l’accestimento, la statura e il numero di chicchi in pannocchia. nematode

Il problema oggi è tuttavia un altro: non illudiamoci di seminare più chicchi per m2 nel tentativo di compensare il deficit produttivo perché il parassita rimane e si moltiplica. I laboratori sono al lavoro per verificare la presenza sempre maggiore in percentuale di questo microrganismo. Se ne parla con fatalismo, ma questo difetto delle sementi può essere controllato e limitato con il trattamento idrotermico costoso e impegnativo, se realmente si vuole. Se si riconoscesse un compenso alla qualità del prebase al moltiplicatore, sicuramente si eviterebbero penose decurtazioni economiche alla resa di laboratorio finale di presentazione al trasformatore e si consentirebbe di ridurre la quantità di semente necessaria e quindi i costi dell’azienda risicola in un momento particolarmente difficoltoso».

Nematode