Prezzi e scambi in crescita nelle sedute della settimana appena conclusasi (leggi l’ultima analisi).
«MOMENTO DI GRANDE INCERTEZZA»
Il momento per i risicoltori, tuttavia, rimane tutt’altro che sereno, come ci spiega Alessandro Depaoli, risicoltore di Bellinzago Novarese. «I prezzi sono buoni ma non permettono di fronteggiare con serenità la stagione che ci attende. L’incertezza oggi nel nostro lavoro è fortissima, causata da molteplici criticità che non trovano una soluzione. Sia le voci di costo, sia i ricavi oscillano in modo consistente in brevi lassi di tempo. Questo rende impossibile qualsiasi tipo di programmazione e trasforma vendite e acquisti quasi in scommesse. Basti pensare all’oscillazione di prezzo avuta dall’urea negli ultimi 20 mesi o allo stesso andamento del prezzo del risone. Qui una variazione di 5 €/q in una settimana, che significa una differenza di 400 €/ha per la plv, è ormai consuetudine».
«LA SICCITÀ HA CAMBIATO LA GESTIONE AZIENDALE»
«Questa enorme volatilità è causata dal contesto geopolitico ed economico molto travagliato avuto negli ultimi anni, a cui si è aggiunto il problema siccità. Questa, oltre ad influenzare gli andamenti dei prezzi, rappresenta un’ulteriore importante incertezza. Oggi quando facciamo un investimento colturale non sappiamo se ciò porterà a raccolto. Non abbiamo, inoltre, una tutela soddisfacente per fronteggiare questo rischio enorme. Il risultato è che ci si può trovare nella circostanza di aver speso per produrre e non aver prodotto nulla. Tutto ciò fa sì anche che non si possa più lavorare con i fornitori a credito come un tempo, causando ulteriori difficoltà nella gestione, che necessita di una disponibilità costante di denaro liquido. A rendere ancor più problematico il momento nell’areale su cui insiste la mia azienda, sono le scelte dei gestori irrigui».
«LE TURNAZIONI NON SONO LA SOLUZIONE»
«Siamo produttori di riso da seme -continua Depaoli -. Tale prodotto dovrebbe essere maggiormente tutelato anche in vista delle richieste della prossima Pac, relative al vincolo di utilizzo di semente certificata. Anche in virtù di questo, ritengo sia utile fornire deroghe per l’utilizzo dei principi attivi, vista anche la destinazione non alimentare, e garantire la risorsa idrica ai moltiplicatori. La nostra produzione è importante in un’ottica di lungo periodo. Permette lo sviluppo di nuove genetiche, utili a fronteggiare i problemi agronomici, e ottimizza il raccolto anche sotto stress.
Al contrario, si paventa la possibilità che l’acqua, se la disponibilità rimarrà carente, non sia più gestita allo stesso modo. Non verrebbero servite le zone secondo il normale deflusso della rete ma sarebbe suddivisa la risorsa con turnazioni, saltando i distretti a monte per portarla a valle quando necessario. Se si adottasse questa soluzione si rischia di sviluppare una grossa problematica per il sistema di falde e fontanili necessari per il riciclo dell’acqua nel territorio risicolo, che sappiamo essere fondamentale per permettere a tutti di irrigare. In definitiva si rischia di non soddisfare nessun utente, a mio modo di vedere, sviluppando ulteriori criticità ambientarli, invece di lavorare per creare soluzioni a lungo termine per tutti.
Questo contesto mi ha portato a ridurre la mia superficie a riso. Una scelta che vedo fare a molti colleghi alla luce delle numerose disdette sopraggiunte alle ditte sementiere, con cui sono in costante contatto». Autore: Ezio Bosso.