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«NON ASFALTATE LA MIA RISAIA»

da | 12 Mar 2023 | NEWS

Superstrada Vercelli
La superstrada a quattro corsie che collegherà Vercelli con Novara fa discutere il mondo agricolo. Durante la presentazione di metà febbraio a Vercelli, il presidente della Regione, Alberto Cirio, aveva ammesso che “sì, useremo qualche campo, ma cercheremo di dare meno fastidio possibile al mondo agricolo con il minimo consumo del suolo”. Sindacati e associazioni stanno sull’attenti in attesa di scoprire ulteriori dettagli sulla nuova infrastruttura. Ma malumori, in qualche caso, ci sono.

DANIELE MAINARDI, CONSIGLIERE DI CONFAGRICOLTURA NOVARA e VCO, E TITOLARE DELLA MAINARDI e MORANI SOCIETA’ AGRICOLA DI CASALINO (Novara).

Il suo è un caso di azienda agricola che vedrebbe sottratti circa 10 ettari di terreno dalla costruzione della superstrada Vercelli-Novara, dai 140 ettari totali coltivati. La sua impresa si trova esattamente lungo il futuro tracciato. «Il progetto scelto dai progettisti è quello che consuma più suolo, tra il suolo per la strada stessa e le fasce di rispetto. Sono ettari bruciati, persi per sempre, per un progetto di dubbia utilità. Non sono contrario ad un potenziamento del collegamento tra i due capoluoghi, abito a Cameriano, di traffico ce n’è e gli incidenti sono ricorrenti. Secondo il mio punto di vista, avrebbe avuto più senso l’altra soluzione, cioè quella che prevedeva due bretelle attorno Orfengo e Cameriano. Il progetto consiste in 10 chilometri di nuova strada, due viadotti, quattro ponti. E’ un’opera mastodontica per quel tratto da collegare; ben venga procurare meno incidenti, ma si perdono 60 ettari totali di terreni – almeno così dicono i progetti – per risparmiare 5 minuti di tempo. E’ una cosa illogica, che non sta in piedi. I soldi del Pnrr andrebbero sfruttati meglio, non buttati in questo modo. E poi c’è la nostra terra: produciamo un’eccellenza, e dà fastidio che l’agricoltura sia diventata l’ultima ruota del carro. Novara è diventata il magazzino di Milano, la logistica prevale su ogni scelta. Se si vogliono potenziare i collegamenti, si studino altre soluzioni, ad esempio implementare il sistema ferroviario».

GIOVANNI CHIO’, PRESIDENTE DI CONFAGRICOLTURA NOVARA E VCO.

«Non siamo contrari a priori al potenziamento delle strade, ma dal nostro punto di vista sorgono criticità in funzione della nostra missione di difendere l’agricoltura, terreni e produttività agricola. E’ stata scelta la soluzione di un percorso più lungo per una serie di motivi, ma mi trovo a perorare le cause delle nostre aziende che non sono favorevoli ad un esproprio forzoso per la pubblica utilità. Ogni volta che ad un’impresa una porzione di terra, noi ricordiamo a tutti che la terra stessa serve per produrre ciò che si mangia. Ben venga il potenziamento delle infrastrutture, non siamo contrari al potenziamento della rete. E a Vercelli gioverebbe un’opera del genere per fruire meglio dei servizi offerti da Novara, penso alla sanità e all’università. Ma ricordiamoci dell’agricoltura, diamo priorità a questo comparto, e da questo partire per costruire l’infrastruttura».

PAOLO CARRA’, PRESIDENTE DELL’ENTE RISI

«Stando a quanto descritto, il progetto tiene in considerazione il minor impatto sul suolo: il tratto, ci è stato detto, correrà lungo la ferrovia, ed è stata anche ridotta la fascia di rispetto tra i binari e la nuova superstrada. Sicuramente ci sarà sottrazione del territorio agricolo, è innegabile, ma è ovvio che le strade non si possono costruire in aria. E il fatto che Regione e Provincia tengano conto del minor sfruttamento del terreno agricolo è una cosa positiva. Così come è positivo il parere sull’opera, perché non è una strada secondaria, ma collegherà due capoluoghi di provincia. E’ necessario, a mio avviso, pensare a giusti ristori e dialogare con chi, sul territorio interessato dal progetto, ci vive».

BENEDETTO COPPO, PRESIDENTE DI CONFAGRICOLTURA VERCELLI e BIELLA.

«Era necessario formulare un nuovo collegamento tra Vercelli e Novara perché quello esistente è limitato e soggetto spesso ad incidenti, che provocano rallentamenti. Le soluzioni ipotizzate inizialmente erano tre, e si è scelta la soluzione parallela alla ferrovia esistente. Questo va a vantaggio sulla progettazione delle interferenze, esempio i canali di scolo, perché saranno facilmente individuabili, essendoci già delle interferenze con la ferrovia. Questi aspetti dovremo verificarli, ma in ogni caso la soluzione proposta è quello che meno impatta sul consumo del suolo, essendo a ridosso dei binari. Non dovrebbe interferire più di tanto sulle aziende”. Condivido ciò che dice la Coldiretti sul fare attenzione alle necessità e alle particolarità del mondo agricolo».
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