Quello di Sa Rodia «è un terreno a forte vocazione agricola e forse non andavano costruite le case» vicino alle risaie. Il giudizio è tranchant e potrebbe chiudere la polemica e i suoi strascichi giudiziari. A esprimersi così, oggi, sull’Unione Sarda, è il direttore dell’Istituto zooprofilattico della Sardegna, interpellato sull’allarme zanzare. Come abbiamo scritto, nell’area di Sa Rodia, alle porte di Oristano, alcuni abitanti hanno denunciato il ruolo di “untore” della risicoltura: si sono rivolti alle autorità perché impediscano di coltivare riso in quanto ritengono che le risaie siano la culla delle zanzare che infastidiscono i cittadini e che favorirebbero la diffusione della febbre del Nilo, endemica in alcune regioni mediterranee, come appunto la Sardegna. Angelo Ruiu ha confermato che gli insetti infestano l’Oristanese, ha precisato che non è ancora arrivata sull’isola la terribile zanzara tigre (foto piccola) ma ha spiegato che il territorio sardo «è ideale per la diffusione delle zanzare e delle epidemie. È una regione con forti flussi migratori dell’avifauna, abbiamo stagni e zone paludose. Non c’è altro modo per evitare epidemie che lavorare sulla prevenzione: bisogna eliminare il vettore (la zanzara) di trasmissione delle epidemie». attraverso la «disinfestazione, meglio con una campagna larvale, ma anche molta attenzione da parte dei cittadini: il sottovaso è un micro-habitat perfetto per le zanzare. Svuotarlo e tenerlo pulito è un piccolo contributo alla riduzione dei rischi». Molto meno convinto che serva cancellare l’agricoltura: «Quello di Sa Rodia è un terreno a forte vocazione agricola – ha dichiarato -. Capovolgo il problema: forse non andavano costruite le case in viale Repubblica», che è la zona di Oristano che si affaccia sulle risaie. (26.03.14)
DE MINIMIS: IL NUOVO REGOLAMENTO
La Commissione europea pubblica il 13 dicembre 2024, il nuovo regolamento che alza la soglia “de minimis”, a 50.000euro/agricoltore/triennio.