La necessità di non perdere importanti quote di mercato, soprattutto europeo, sta spingendo il Governo del Myanmar a rivedere il bando all’esportazione di riso, deciso per fronteggiare una carenza interna dovuta alle alluvioni del mese scorso. Lo scrive l’Osservatore Romano. La notizia conferma la linea italiana secondo cui le agevolazioni ai Pma non avvantaggiano i popoli in via di sviluppo ma le società commerciali che controllano i traffici di cereali. Nell’ex Birmania, una superficie di almeno quattromila chilometri quadrati di risaie — tra il 10 e il 15 per cento del totale — è stata danneggiata dalle inondazioni, informa il giornale vaticano, mettendo a rischio il fabbisogno interno di 34,8 milioni di tonnellate. Quella del riso è una delle produzione su cui l’export del Paese del sudest asiatico punta maggiormente, data la competitività in termini di prezzo e di qualità su mercati globali già saturi. Inizialmente, per quest’anno, il Governo aveva previsto una collocazione sul mercato internazionale di due milioni di tonnellate. Secondo l’Ente Nazionale Risi,l’import birmano è in crescita: «la campagna risicola 2014/2015 si è conclusa – dicono all’Ente – con un volume complessivo di importazione comunitaria di riso lavorato proveniente dai PMA pari a 345.623 tonnellate. Si tratta di un valore record che supera di 64.386 tonnellate (+23%) il livello registrato un anno fa. I quantitativi provenienti dalla Cambogia risultano pari a 262.704 tonnellate a fronte delle 240.070 tonnellate importate nella campagna precedente, facendo registrare un incremento del 9%. Le importazioni dal Myanmar evidenziano un incremento del 118%, essendo passate dalle 35.216 tonnellate di un anno fa alle 76.712 tonnellate attuali». (06.09.2015)
DE MINIMIS: IL NUOVO REGOLAMENTO
La Commissione europea pubblica il 13 dicembre 2024, il nuovo regolamento che alza la soglia “de minimis”, a 50.000euro/agricoltore/triennio.