Grazie alla stipula dell’accordo istituzionale tra Regione Piemonte ed Ente Nazionale Risi dal titolo “Applicazione e validazione in campo di strumenti di supporto alle decisioni per la protezione del riso da Pyricularia oryzae in Piemonte”, nelle prossime due campagne verranno garantite le importanti attività atte al monitoraggio del brusone anche nelle risaie piemontesi (leggi l’articolo relativo alla Lombardia), che ottiene ottimi risultati dal 2017. Il progetto permetterà di fornire all’utenza agricola piemontese un sistema basato su un approccio metodologico integrato, composto da misurazioni dirette del potenziale di diffusione di Pyricularia oryzae (al contrario del bollettino lombardo legato a modelli matematici). A livello concreto verrà diffuso un bollettino attraverso mezzi multimediali (sms, piattaforme e siti web tra cui Risoitaliano.eu) a tutti gli utenti agricoli piemontesi, dal 15 giugno 2020 al 17 agosto 2020, ogni lunedì e giovedì. Questo presenterà un valore di rischio, da leggere nel modo seguente:
RISCHIO O – BASSO: condizioni scarsamente favorevoli all’insorgenza del brusone;
RISCHIO 1 – MEDIO/BASSO: condizioni favorevoli all’insorgenza del brusone solo in presenza di un fattore predisponente (varietà sensibili, terreni leggeri, concimazioni abbondanti,..);
RISCHIO 2 – MEDIO/ALTO: condizioni favorevoli all’insorgenza del brusone in presenza di più fattori predisponenti (varietà sensibili, terreni leggeri, concimazioni abbondanti,..),
RISCHIO 3 – ALTO: condizioni estremamente favorevoli all’insorgenza del brusone.
Simone Silvestri, tecnico dell’Ente Risi che lavora ormai da anni all’interno del progetto di monitoraggio, aggiunge alcune precisazioni: «In questa nuova veste progettuale, si conferma la ormai ben integrata composizione degli enti sostenitori e del gruppo operativo: la Regione Piemonte, che mette a disposizione, per la realizzazione dello studio, i dati rilevati dalle proprie centraline agrometeorologiche dislocate sul territorio di Novara e Vercelli; l’Ente Nazionale Risi, che mette a disposizione le proprie competenze, strutture e professionalità, garantendo, oltre al coordinamento dello studio, la realizzazione della rete dei campi sentinella diffusi nel territorio vercellese e novarese grazie ai tecnici dell’Assistenza in campo; Fondazione Agraria Novarese, che garantisce la copertura del monitoraggio nei territori novaresi, oltre che la sede operativa dei lavori di indagine microscopica e il rapporto con Fondazione BPN; la Provincia di Vercelli e Andrea Vecco, per i captaspore a copertura del vercellese. La parte operativa – continua l’esperto – si basa sulla fusione del coordinamento tecnico di Ente Risi con un team operativo di esperti multidisciplinari: Massimo Biloni per la modellistica previsionale, Marinella Rodolfi per la micologia, i tecnici territoriali di Ente Nazionale Risi per i dati epidemiologici di campi coltivati e spia, Giorgio Bertone ed Enzio Porzio per gestione dei captaspore. Riguardo a questi strumenti, si segnala che da quest’anno le attività sono supportate anche dalla loro ditta produttrice: la bolognese Lanzoni s.r.l., leader nel settore mondiale per la produzione di apparecchi di monitoraggio aerobiologico». (Segue dopo l’immagine dell’ultimo bollettino)
Silvestri si focalizza successivamente sull’utilità di questo mezzo, spiegando: «Queste indicazioni divengono strumento di supporto per la pianificazione di azioni di contenimento della malattia (sia dirette che indirette), applicabili in qualsiasi tipologia di risaia. Il fine ultimo del monitoraggio è la precisa individuazione delle giornate in cui la presenza del fungo patogeno può effettivamente causare danno alle colture. Ciò che distingue tale attività è il suo sempre più forte legame con la ricerca. Lo studio di Pyricularia non viene limitato a favore di un già efficace aspetto predittivo dell’infezione ma viene potenziato sul territorio. Questo patogeno è noto in tutto il mondo come in continua evoluzione. Evidenze scientifiche dimostrano che parametri globalmente in forte mutamento (intensità di radiazione solare, temperature estreme, alterazioni in disponibilità di acqua ambientale,…) stanno alterando il suo ciclo biologico. Mantenere la ricerca aggiornata è, dunque, fattore chiave per garantire ai risicoltori un bollettino affidabile. Occorre non dimenticare – conclude Silvestri – che l’obiettivo principe dell’attività è quella di garantire, in modo sempre crescente e capillare, la predisposizione e la diffusione di strumenti di supporto alle decisioni nel campo agronomico e fitopatologico, al fine di favorire la gestione ecocompatibile delle risaie e la razionalizzazione degli interventi di difesa fitosanitaria, così come previsto dal Piano di Azione Nazionale sull’uso dei prodotti fitosanitari di cui al D.Lgs 22/01/2014». Autore: Ezio Bosso