L’Est Sesia vuole dimostrare – numeri alla mano – che la risicoltura ha un ruolo ambientale decisivo. Il direttore dell’Associazione irrigua, Roberto Isola, ci annuncia che sono in corso una serie di iniziative a livello regionale e ministeriale, insieme con gli altri consorzi (Ovest Sesia, Villoresi e Baraggia) e all’Ente Risi, per promuovere uno studio sistematico che consenta di “misurare” il ruolo della rete di canali, cavi e colatori che, a sud del Canale Cavour, rappresentano la nervatura liquida della pianura risicola italiana. Per il momento siamo ancora alla fase ideativa, si passerà alla progettazione non appena ci saranno i soldi, ma la strategia è chiara: «La nostra rete irrigua, con gli utilizzi plurimi dell’acqua, è un unicum a livello internazionale. Il nostro è il più grande invaso europeo, ma è invisibile – spiega Isola -, perché l’acqua entra nei canali, scivola sotto la superficie del terreno, in falda, per riemergere nei fiumi; questo uso non è mai stato ben chiarito, né ai cittadini né agli studiosi, che si sono fermati ad un’analisi qualitativa, cioè a prendere atto e descrivere che un ruolo esiste, senza però quantificarne l’impatto. Eppure, la nostra canalizzazione è decisiva nella manutenzione del territorio: senza tutti questi corsi d’acqua artificiali l’attuale areale risicolo tornerebbe paludoso». L’idea di Isola è che «questo compito sia riconosciuto, anche a livello europeo». Da qui l’idea di riunire le forze per convincere il Ministero investire sulle terre d’acqua.
All’Est Sesia sono convinti che tale studio potrebbe essere anche un’importante carta da giocare in Europa, visto che le ultime notizie sulla nuova Pac parlano della necessità di puntare ad una riduzione del consumo di acqua di almeno il 5%. «Una misura – sottolinea Isola – che nelle nostre specifiche condizioni non ha ragione di essere», ricordando che i canali della pianura risicola e la stessa sommersione delle risaie contribuisce alla ricarica della falda freatica e al miglioramento del regime del fiume Po. «Contributi decisivi noti a molti, ma che debbono essere supportati da dimostrazioni scientifiche» osserva il direttore, ricordando che proprio l’Est Sesia, ormai decenni fa, con Sergio Baratti, produsse un modello matematico sul funzionamento delle falde, estremamente ambizioso per l’epoca, che dava delle indicazioni di massima sulla circolazione che compie l’acqua una volta entrata nella falda freatica. Purtroppo, ci si è fermati agli anni Ottanta. (foto piccola in basso: Roberto Isola; foto grande: il Sesia a Palestro)