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METEO DISORDINATO

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Meteo nel caos. La stagione estiva è nel pieno. Il territorio pavese in queste settimane ha visto imponenti fenomeni estremi. Si osservano picchi di vento e grandine di grande dimensione. Particolarmente intenso poi è l’evento alluvionale che ha colpito le Alpi Graie e Pennine con un’estensione tipica degli eventi alluvionali. Tale l’intensità in passato si riscontrava solo in occasione di violenti e localizzati temporali estivi. Qual’era la disponibilità idrica nela precedente rilevazione? LEGGI.

SEI MESI DI METEO FUORI DA OGNI REGOLA

Questa concatenazione di eventi rientra in una traiettoria di disordine meteorologico. Disordine metereologico che interessa il nostro territorio da quasi 6 mesi. Queste condizioni al di fuori di ogni regola hanno favorito sempre più diffuse fitopatologie in ambito vitivinicolo. Inoltre, la piovositòà ha favorito una preoccupante alterazione del ciclo vegetativo in molte colture.

Confagricoltura Pavia è attiva da mesi in supporto alle Istituzioni nel mappare i danni e chiedendo interventi straordinari. Interventi che devono essere coerenti con l’attuale scenario che, nonostante il caldo ordinario di questi giorni, rischia di generare cali produttivi.

L’accumulo nevoso non presenta più i picchi eccezionali delle scorse settimane. Negli ultimi 14 giorni si sono persi ulteriori 40 cm di accumulo medio. Nella prossima settimana è ipotizzabile che tutte le stazioni nivometriche considerate presentino accumulo nullo. La rapida compromissione dell’imponente accumulo nevoso è da attribuire sia alla formazione primaverile e all’innalzamento delle temperature dell’ultimo decennio. Fenomeno, questo, che si sta manifestando nel 2024.

LAGHI E FALDE

I serbatoi alpini e il Lago Maggiore, grazie alle copiose piogge e allo scioglimento nivale, sono nelle massime condizioni d’invaso e i deflussi valle invasi sono importanti da oltre 5 mesi.

La falda presenta una situazione che necessita approfondimenti: il diffuso ritardo vegetativo delle colture irrigue unito alle piogge ha determinato ritardo e traslazione dell’idroesigenza. Questo ha causato il rallentamento della ricarica della falda freatica che attualmente è sui livelli dello scorso anno perdendo tutto il delta positivo maturato grazie alle piogge di marzo e aprile. Questo dato va letto nella sua complessità e non è preoccupate: l’idroesigenza si protrarrà più a lungo degli scorsi anni e quindi è da attendersi un livello massimo nell’ultima decade di agosto superiore agli ultimi 3 anni.

In ogni caso l’attuale quota della falda è prossima a garantire la piena riattivazione del sistema dei fontanili. Su terminali delle reti irrigue sono state segnalate alcune difficoltà locali, prive di effetti o gravità allo stato, principalmente dovute ad elementi gestionali e alla particolarità degli ultimi mesi.

RISERVE NEVOSE

L’analisi delle riserve nevose delle 4 stazioni nivometriche segnala l’importante compromissione dell’accumulo nevoso che, partendo da dati primaverili eccezionali, non desta preoccupazione particolare.

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LAGO MAGGIORE

Il lago Maggiore si mantiene nell’intorno superiore dei 130 cm, prosegue ininterrotto l’imponente rilascio in Ticino. Riportiamo i consueti grafici acquisiti dal sito laghi.net. 

Dato in cm del livello idrometrico a Sesto Calende negli ultimi tre anni al 12 luglio.

Interessante è come nel 2023, a parità di periodo, il lago calò di 59 cm in 14 giorni mentre nel 2024 è stabile. La stabilità del 2022 non fa testo essendosi generata in condizioni di afflussi estremamente scarsi.

ANDAMENTO FALDA

La falda freatica è in una fase di crescita in linea con il 2023. Come già evidenziato si è perso il vantaggio accumulativo innescato dalle piogge di marzo e aprile ma questo dato non deve preoccupare proprio perché si prevede un livello massimo in aumento rispetto agli scorsi anni in forza del complessivo ritardo in essere con le colture irrigue che protrarrà l’idroesigenza ben oltre la metà di agosto. E su questo il buono stato delle riserve consente di essere confidenti. Un maggior accumulo avrà poi, salvo una stagione invernale particolarmente siccitosa, riflessi positivi anche sul 2025.

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Prosegue la stima del volume accumulato nella falda freatica dell’areale risicolo Vercellese, Novarese e Lomellino sia con grafico pluriennale che con informazioni tabellari.

L’accumulo prosegue, attualmente è stimato un volume leggermente inferiore al 2023 in conseguenza dell’andamento già analizzato per la falda freatica.

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Nota sull’uso delle informazioni:

Si tratta di un modello sperimentale realizzato per affinare la conoscenza del comportamento della falda e si ribadiscono le modalità di lettura dei dati già indicate nelle precedenti analisi.

Nelle ultime settimane:

Dal 27 giugno all’11 luglio l’attività irrigua ha immesso in falda circa 20 milioni di m3 d’acqua al giorno! Questi volumi saranno prima riutilizzati dal sistema dei fontanili e poi torneranno in disponibilità del Po e dei sistemi idraulici di valle. Qui abita la dimostrazione che l’agricoltura NON CONSUMA acqua ma svolge un ruolo fondamentale di regimazione e laminazione delle portate. I sistemi fluviali complessi, Po su tutti, non devono essere visti come elementi lineari – come vuole l’attuale dottrina prevalente – ma come elementi composti da areali complessi ed estesi. Se l’attività irrigua si interrompesse il primo a subirne le conseguenze sarebbe proprio il Po e tutto il sistema Padano.

La consapevolezza di queste potenzialità, basate su osservazioni scientifiche, porta a comprendere la centralità del sistema agricolo e irriguo, risicolo in particolare, rispetto all’equilibrio idraulico dell’intero bacino padano e porta a comprendere come alcuni furori ideologici, in voga in questi anni, rischiano di essere un danno non solo per l’agricoltura ma, assai di più, per il sistema ambientale e per gli equilibri complessivi dell’intero bacino padano.

Si riporta l’andamento pluviometrico degli ultimi sei mesi (Novembre – Giugno) dell’ultimo triennio a Sartirana Lomellina.

La lettura del grafico conferma una piovosità molto superiore alla media come indicato in premessa.

SCALA DI ALLARME

L’accumulo nevoso sta rientrando nella media rispetto al periodo considerato, in ogni caso, almeno per questa analisi, si conferma un indicatore 0 su 5 della scala di allarme. Il Lago Maggiore ha un importante riempimento: l’indicatore è a 1 su 5. Con riferimento alla falda si ha un comportamento in linea con gli scorsi anni, l’indicatore che si ritiene più plausibile è 2 su 5.

Questo porta ad un indicatore complessivo della scala di allarme irrigua pari a 3 su un massimo di 15, in riduzione rispetto alla precedente analisi. Autore: Alberto Lasagna, Confagricoltura Pavia.

 

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