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TONDI INDIGESTI

da | 14 Dic 2024 | NEWS

MErcosur

Nelle sedute di Milano e Mortara si ripresenta la situazione descritta ad inizio settimana per Vercelli e Novara (LEGGI). I listini restano invariati in tutte le voci. Le riserie acquistano quasi tutte le varietà, cercando di trattenersi nelle spese. I risicoltori vendono i risi più apprezzati, mentre nei comparti con prezzi in calo rispetto ai mesi scorsi o con quotazioni dai 45 €/q lordi in giù mostrano più reticenza. In un contesto di importazioni in crescita e noli di trasporto in calo, preoccupa l’accordo Ue-Mercosur.

I RISICOLTORI NON VOGLIONO VENDERE SOTTO I 45 €/Q LORDI

I prezzi più indigesti sembrano essere quelli di alcuni tondi generici, lunghi A da parboiled meno pregiati e risi da risotto. Per i primi due la valutazione pari o inferiore a 45 €/q lordi viene vista come un prezzo in perdita. Una tesi sostenuta dagli studi degli esperti di settore che affermano che, in relazione ai costi sostenuti nel 2023, al di sotto di 50 €/q lordi le aziende fino a 300 ha ci rimettono. Per alcuni lunghi A da parboiled meno pregiati si faticano ad ottenere addirittura i 45 €/q lordi, con i compratori disposti a spendere non più di 43 per Diva. I risicoltori, tuttavia, sembra non vogliano cedere la merce a tale prezzo, a meno di estrema necessità. Va un po’ meglio per i tondi generici come Omega ed Enea, per i quali si sono viste offerta al di sopra dei 45, fino a 47 €/q lordi.

Resta tra i 48 ed i 50 in base ai tempi di pagamento il più apprezzato Araldo. Per i risi da risotto, in particolare il gruppo Arborio e Caravaggio e similari, l’offerta non sembra convinta dai 95 €/q lordi proposti nelle ultime sedute. Ciò in quanto in precedenza sono stati pagati 100 €/q lordi e si è consapevoli che di merce disponibile per questi comparti non ce ne sia molta. Scarsa disponibilità si prevede anche per il gruppo Roma, scambiato in modo più agevole in quanto il prezzo attuale rappresenta il massimo dell’annata. Il gruppo Baldo/Cammeo resta a 70 €/q lordi nei documenti ufficiali ma la maggior disponibilità prevista porta alcuni compratori ad offrire meno, riscuotendo però scarso successo tra i risicoltori.

TRASFERIMENTI A RITMO SERRATO

Continuiamo a parlare di previsioni in quanto non sono ancora pubblici i dati relativi alle giacenze, in seguito alla pubblicazione dell’ultimo bollettino trasferimenti di Ente Risi(VEDI). In esso si scopre che, nonostante un ritmo di scambi in calo, i ritiri continuino a gonfie vele. Negli ultimi 7 giorni sono uscite dai magazzini dei risicoltori 38.805 tonnellate. Ricordiamo come sia questo un valore importante, considerando che in un anno ci sono 52 settimane e la produzione di riso in Italia si aggira recentemente intorno ad 1.500.000 tonnellate. Un valore che sembra realistico anche per questa campagna, considerando un investimento in crescita ma maggiori difficoltà nelle produzioni.

Nell’ultima settimana si registra una crescita nei ritiri di lunghi B, che restano comunque 22.814 tonnellate indietro rispetto allo scorso anno. Ciò nonostante i trasferimenti totali siano ormai in sostanziale parità rispetto a 12 mesi fa. Per i nostri “indica” i compratori continuano a fare offerte al ribasso ma il prezzo a listino resta 50 €/q lordi a Milano e 49 a Mortara, dopo il leggero calo di settimana scorsa.

PREOCCUPA L’ACCORDO UE-MERCOSUR

In questo comparto la competizione esercitata dai risi esteri continua ad essere importante, con importazioni pari a 53.643 tonnellate al 10 dicembre, +44% rispetto ad un anno fa. A preoccupare vi è poi il recente accordo con il Mercosur, approvato dalla Commissione Ue ed in attesa di valutazione da Consiglio e Parlamento, che potrebbe portare ulteriori carichi di riso indica in Europa senza costi di dogana e obblighi di reciprocità. Nel dettaglio è prevista una concessione ai Paesi sudamericani di un contingente a dazio zero di 10.000 tonnellate per il primo anno, che si incrementerà ogni anno di 10.000 tonnellate fino ad arrivare a un massimo di 60.000 tonnellate.

I gruppi merceologici che se la passano meglio sembrano essere i tondi da sushi, i lunghi A da parboiled di pregio e, con qualche acciacco in più, i medi generici. I primi vengono scambiati con il favore di entrambe le parti sempre tra 60 €/q lordi, validi per gran parte delle varietà, e 65, per Selenio. Per i secondi si resta tra 55 e 50 €/q lordi. Per i medi in alcuni casi l’offerta economica risulta inferiore ai 50 €/q lordi a listino nelle borse lombarde. Chiudiamo menzionando i poco disponibili ma sempre apprezzatissimi Carnaroli Classico e Vialone Nano/Paganini, due risi che secondo gli operatori si scambiano a prezzi maggiori delle quotazioni ufficiali. Per Classico si parla di 115 €/q lordi mentre per il neonato gruppo Vialone si parla di 125 €/q lordi. Autore: Ezio Bosso

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