Il prezzo del riso alle stelle al mercato di Chicago non avr ripercussioni immediate n sui risicoltori n sui consumatori. "Abbiamo motivo di sostenere che almeno fino a giugno, cio sino all’esaurimento delle scorte della precedente campagna, da noi i prezzi rimarranno invariati". A sostenerlo sulle colonne della Stampa Piero Garrione, presidente dell’Ente Nazionale Risi. Al Chicago Board of Trade, massimo punto di riferimento del commercio internazionale delle materie prime agricole, le quotazioni del cereale consumato da tre miliardi di persone del pianeta hanno toccato il record di 20,6 dollari (per 100 libbre). Le previsioni degli esperti parlano di quotazioni in aumento per tutto il 2008. "Non prevista alcuna variazione in Italia per ora – aggiunge Garrione – anche perch i nostri agricoltori hanno gi venduto pi dell’80% del riso dell’ultimo raccolto. Quindi i prezzi dovrebbero essere abbastanza stabili, a meno di speculazioni, sino all’inizio della prossima campagna. Ma non possiamo sapere che cosa accadr a settembre, l sar tutta un’altra storia e non escluso che l’effetto-traino dei mercati mondiali possa influire sui prezzi di vendita sia ai produttori sia ai consumatori. Intanto c’ una situazione molto confusa. L’India, ad esempio, sta chiudendo le frontiere alle esportazioni, l’Argentina aumenta i dazi. Insomma, a fronte di una carenza di scorte, chi produce tende a mantenere la produzione nel proprio Paese". In Italia il consumo rappresenta un terzo del riso prodotto nei campi: negli ultimi mesi i prezzi delle variet pi richieste, come Arborio e Carnaroli, hanno subito un rallentamento; al contrario aumentata la quotazione dell’Indica, con effetto-trascinamento per il cosiddetto Lungo A, anch’esso da esportazione. Roberto Carriere, direttore dell’Airi (l’Associazione a cui fanno capo le industrie di trasformasione): "Questa crisi, indotta dall’escalation su altri cereali, inevitabilmente si ripercuoter anche sul consumo. Dobbiamo aspettarcerlo, anzi qualche segnale per alcune variet c’ gi stato. D’altro canto non possiamo dimenticare che l’Ue deficitaria per oltre il 40% di riso, ci mancano 800 mila tonnellate di riso lavorato".
IL CLIMA CAMBIA, CARTESIO NO
Un Carnaroli produttivo e molto stabile che fa della precocità una marcia in più