Il mercato lo fanno i trasferimenti del risone, che proseguono a ritmo serrato, mentre i contratti sulle principali piazze vanno a rilento e si inizia a profilare una flessione dei prezzi a fine campagna. I mediatori attestano: «più offerta e, su alcune varietà, meno richiesta» e segnalano che «il gruppo volano ha meno giacenze e finirà con poco riporto, per il gruppo Carnaroli l’enorme quantità seminata e prodotta avrà conseguenze nel breve e senza attenzione potrebbe avere ripercussioni anche sulla prossima annata. Sono le uniche varietà problematiche» è il giudizio del lomellino Paolo Ghisoni. Certamente in queste settimane qualcosa è successo: il Barone si è allineato al Roma, il Baldo ha tenuto grazie alla domanda turca, che dovrebbe spegnersi in estate, e il Carnaroli si è assestato su livelli poco remunerativi ma tutto sommato stabili, anche perchè dalle semine giunge voce che i risicoltori abbiano investito ancora pesantemente sulle varietà da interno. Il mercato, per contro, continua a ricercare i tondi, Selenio in testa, e l’indica, senza che ciò comporti un rialzo dei prezzi. Che comunque per ora non flettono neppure e non fletteranno finché l’industria non avrà smaltito le scorte accumulate quest’inverno a quotazioni ancor più popolari. Qualche scossa si può attendere dal rapporto semine dell’Ente Risi. Le voci parlano di una riduzione dell’investimento intorno ai 15mila ettari.
LA CINA DEPRIME I COMMERCI DI RISO
Il commercio mondiale di riso nel 2023 è sceso del 6,2%, Il calo dovuto alla riduzione delle importazioni della Cina.