La seduta del venerdì presso la borsa merci di Mortara si risolve con un nulla di fatto. La commissione prezzi, infatti, non si è riunita per mancanza di numero legale. Perciò non è stato emesso un nuovo listino, lasciando le quotazioni del tutto invariate.
DOMANDA E OFFERTA NON SI TROVANO
In sala di contrattazione, tuttavia, sono molti gli operatori che si sono affacciati alla vendita o l’acquisto. Gli interessi di domanda e offerta però continuano a non collimare alla perfezione, creando delle dinamiche di prezzo opposte. I risicoltori continuano a voler vendere maggiormente i lunghi B, che risultano però meno richiesti dalle riserie. Per questo i 50 €/q lordi di cui si parla da alcuni mercati diventano sempre più difficili da ottenere ed i pagamenti diventano sempre più lunghi. Situazione opposta per i risi superfini, che sta via via allargandosi anche agli altri lunghi A. Questi gruppi merceologici sono molto richiesti dall’industria ma poco proposti dai produttori. Ne risulta un mercato frizzante, forse propenso ad una crescita nelle quotazioni.
MERCATO FERMO PER I TONDI
Calma piatta sul mercato dei risi tondi, poco commerciati e per i quali si sta prospettando un calo nelle valutazioni ancor prima che la quotazione venga espressa a listino. Come vi abbiamo detto nei precedenti articoli, questo andamento potrebbe essere scaturito da una maggiore disponibilità, in seguito ad un elevato investimento di superficie in questo comparto. Tale motivazione, tuttavia, appare riduttiva, anche in virtù dei cali produttivi generali avuti quest’anno. Analizzando il documento ufficiale riguardante i trasferimenti (fornito da Ente Risi ed aggiornato ogni martedì) troviamo un’ulteriore motivazione: sembra che anche le riserie ne stiano richiedendo meno rispetto agli anni precedenti. All’ultima rilevazione del 4/10, infatti, i trasferimenti per i tondi erano il 30% in meno rispetto all’anno scorso e ben il 50% in meno rispetto a due anni fa. Le motivazioni possono essere o un calo nei consumi dei prodotti creati con questi risi o l’arrivo di merce estera appartenente a questo gruppo merceologico. Il risultato, in ogni caso, è quello appena descritto e vedremo come si evolverà nelle prossime sedute.
AVREMO RISO PER I RISOTTI?
Guardando in generale il documento relativo ai trasferimenti, ad oggi non ancora riferibili al totale non essendo finita la raccolta, scopriamo un altro elemento interessante. Il quantitativo totale trasferito è meno rispetto all’anno scorso (-17%) e a due anni fa (-22,5%). Ad oggi, in proporzione, la probabile produzione interna totale, inferiore del 30% circa, rileva che si è venduto più riso. Il dato è ancor più elevato per i lunghi A (-10% in relazione al 2021 e -13% al 2020) e si trasforma addirittura in positivo nei risi da interno, comparto nel quale ci si attende cali di disponibilità ancora maggiori del 30% appena citato per le motivazione descritte nei precedenti articoli.
Ciò potrebbe significare una vera e propria carenza di prodotto per questi gruppi merceologici. Carenza che rischia di far salire i prezzi di questi risi nel corso della campagna, almeno fino al limite di sopportazione dei consumatori, considerando che anche il reperimento di questo tipo di riso dall’estero è pressoché impossibile. Forse le riserie stanno acquistando tanto riso di questo tipo per fare scorta prima della crescita dei prezzi e in futuro diminuiranno la richiesta ma, alla luce di questi andamenti, l’unica cosa che possiamo affermare con certezza è che il mercato che ci attende sarà ancor più anomalo di quello appena trascorso. Autore: Ezio Bosso.
Tra qualche ora Riso Italiano pubblicherà i commenti dei risicoltori. Puoi seguirci anche sui social: siamo presenti su facebook, instagram e linkedin. Se vuoi essere informato tempestivamente delle novità, compila il modulo newsletter e whatsapp presente in home page.