I prezzi del riso sono partiti bene ma non fanno faville. Gli scambi non sono ancora ingenti. Come si vede dalla tabella che pubblichiamo e che si riferisce al mercato di Mortara del 16 ottobre, peraltro confermato da Vercelli successivamente, i tondi continuano a tirare: molta richiesta e rincaro dovuti al minor ettarato seminato quest’anno. Pochi scambi invece sul Baldo e crescita di Carnaroli e risi da interno, per quanto in questo caso non gioca soltanto l’ettarato. Sembra che il rincaro di queste settimane sia dovuto più al tentativo dell’industria risiera di far rivalutare le proprie scorte che non a una domanda impetuosa. Va detto che l’incremento dei contratti – i cui scambi non sono registrati dai listini – e la mancanza di dati definitivi sulle semine creano un margine di incertezza maggiore del passato. Sicuramente, l’agricoltore in questa fase cerca di non vendere e non è detto che sia una scelta lungimirante. Ad esempio, il S.Andrea viene offerto a 40 euro quando l’industria lo acquisterebbe a 35: può darsi che chi se lo tiene in magazzino abbia ragione. Ma anche no. (Tabella analitica fornita da Medi@rice).
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