La forza lavoro agricola europea dovrebbe diminuire del 28% tra il 2017 e il 2030, riducendo al contempo il reddito agricolo dell’UE. Tuttavia, si prevede che il reddito agricolo pro capite aumenti leggermente dell’1,1%, rispetto alla media 2015-2017. Questi sono solo alcuni dei risultati del rapporto sulle prospettive agricole dell’UE 2017-2030, pubblicato il 18 dicembre 2017. Secondo questa analisi, la forza lavoro agricola si ridurrà del 3,2% in media all’anno, raggiungendo i 6,6 milioni entro il 2030. Questo calo sarà trainato da cambiamenti strutturali all’interno dell’industria agroalimentare dell’UE, ma anche dal fatto che sono previste migliori opportunità di impiego in altri settori. Le aree rurali stanno già affrontando difficoltà nella creazione di posti di lavoro che siano attraenti per i giovani in generale, spingendo ad una migrazione continua verso i centri urbani.
Questo tema sarà affrontato dalla 41° edizione di Fiera in Campo, la manifestazione fieristica più importante per il nostro settore. Abbiamo chiesto al presidente dell’Anga di Vercelli, Giovanni Coppo, che la organizza, perché oggi un giovane si impegna in risicoltura.
L’Unione europea prevede che i cambiamenti strutturali nell’agricoltura europea continueranno anche con maggiori investimenti in tecnologia. Ad esempio, prevede che gli investimenti nell’agricoltura di precisione e nell’agricoltura digitale – due ambiti già molto sviluppati dal mondo risicolo – aumenteranno in modo significativo. Tuttavia, si tratta di modalità ad alto costo, che avranno ripercussioni sul mercato del lavoro in vari modi, ad esempio richiedendo ai lavoratori di avere una maggiore conoscenza della tecnologia o alla fine riducendo la necessità di manodopera agricola. Tra le altre potenziali influenze sui redditi agricoli nel periodo fino al 2030, evidenziate nel rapporto, stanno aumentando gli investimenti in settori chiave come le misure ambientali o l’uso di sistemi di irrigazione più efficienti. Tuttavia ci si attende che un periodo di quotazioni del petrolio relativamente bassee la ripresa dell’economia possano essere da stimoli agli investimenti nel settore primario. Tuttavia, i costi dovrebbero aumentare del 2,5% all’anno tra il 2017 e il 2030, raggiungendo un totale del 30% nel periodo analizzato. Centri di spesa come energia e fertilizzanti aumenteranno del 3% fino al 2030, rispetto alla media 2015-2017, mentre i costi dei mangimi, attualmente bassi a causa dei prezzi conteunti dei cereali, dovrebbero aumentare anche negli anni successivi. I servizi agricoli e il deprezzamento dovrebbero aumentare entro il 2030,tuttavia l’agricoltura diventerà sempre più capitalizzata e ad alta intensità di servizi (leggi il rapporto IN INGLESE)