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MENO CONTROLLI SUL RISO BIO DAL VIETNAM

da | 14 Ott 2018 | Internazionale

Export

Condizioni più facili per esportare il riso dal Vietnam: è stato infatti approvato un nuovo decreto governativo che prevede che alle imprese esportatrici di riso non sia più richiesto di possedere direttamente impianti di stoccaggio, e riserie con capacità di lavorazione di 5.000 tonnellate di riso e 10 tonnellate di risone all’ora.

Un altro dei provvedimenti che rischia di creare non poche novità sui mercati internazionali è anche la riduzione della documentazione per l’export del riso biologico, parboiled o arricchito da micronutrienti: per venderlo all’estero sarà sufficiente presentare una sorta di autocertificazione, convalidata dalle autorità locali. L’obiettivo del governo è rimuovere le difficoltà e le barriere giuridiche per le imprese esportatrici, che potranno così espandersi sui mercati esteri. Accanto alle condizioni meno rigide per impianti di immagazzinaggio e di lavorazione, che si possono affittare da altre agenzie e organizzazioni, ed anche i requisiti sul volume di capacità vengono rimossi, ci sono anche meno vincoli per tipologie sempre più richieste sui mercati occidentali, e con prezzi decisamente più remunerativi rispetto al riso greggio.

Il biologico, in particolare, rappresenta una nicchia importante, in crescita costante. Un buon affare che non è sfuggito neanche ad uno dei  principali Paesi esportatori: all’origine i controlli sembrano così allentarsi. Infatti, secondo Trần Văn Công, vicedirettore dell’Autorità per il mercato agroalimentare e dello sviluppo agricolo e rurale, il nuovo decreto aiuterà i commercianti di riso a ridurre in modo significativo i costi. Nell’effettuare le procedure doganali, gli operatori che esportano riso riso biologico,  parboiled e  arricchito con micronutrienti dovranno presentare all’autorità doganale soltanto la copia originale o una copia scritta con conferma autenticata dalle agenzie competenti secondo cui le esportazioni di riso sono conformi ai criteri rilasciati dal Ministero dell’agricoltura e dal Ministero della salute. Gli esportatori dunque non dovranno più stoccare i quantitativi da vendere all’estero,  ma saranno comunque responsabili della segnalazione delle loro attività secondo le normative.

UN FONDO PER LE TEA

UN FONDO PER LE TEA

il coordinamento che unisce 18 associazioni della filiera agroalimentare italiana, ha sottoscritto il Manifesto per la Promozione delle TEA.

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