In occasione della Cop26, anche Medwaterice e il Disaa dell’Università di Milano si sono affacciati sulla tribuna mediatica di Glasgow. Come spiega il materiale distribuito a giornalisti e stakeholder (scarica la Scheda), questo progetto «si propone proprio di valutare delle soluzioni irrigue innovative nel bacino del Mediterraneo, in modo da ridurre il consumo d’acqua e l’impatto ambientale della risicoltura.
Al progetto, capitanato dal Dipartimento di Scienze agrarie e ambientali (DiSAA) dell’Università degli Studi di Milano, partecipano anche otto partner distribuiti fra Spagna, Portogallo, Egitto e Turchia: insieme, i paesi coinvolti nel progetto rappresentano quasi il totale della produzione di riso nel Mediterraneo. In particolare, gli scienziati hanno cercato strategie alternative alla tradizionale sommersione tramite dei progetti pilota in ciascuno dei paesi coinvolti per sperimentare delle tecniche irrigue alternative. I progetti sono stati realizzati dopo una ricerca partecipativa che ha coinvolto gli operatori del settore, tra cui i risicoltori, le associazioni degli agricoltori, i gestori delle risorse idriche e le riserie.
Alcuni dei progetti pilota di MEDWATERICE, che è iniziato nel 2019 e si concluderà nel 2022, sono tuttora in corso, e prevedono delle soluzioni green. Ad esempio, l’attuazione di protocolli diversi in base alle varietà di riso e alle pratiche agronomiche più adatte. L’analisi di tutti i risultati ricavati dai progetti produrrà un protocollo riassuntivo degli step da implementare per coltivazioni di riso alternative, nonché un set di indicatori per la valutazione quantitativa della so- stenibilità ambientale, economica e sociale delle opzioni irrigue alternative».