La procura della Repubblica di Pavia dispone la perquisizione di 14 aziende agricole che producono riso biologico, sequestrando 11.500 litri di fitofarmaci e 450 quintali di fertilizzanti.
CRITICITA’ RISPETTO ALLE PRODUZIONI BIOLOGICHE
L’operazione, partita dalle investigazioni del ICQRF ed eseguita dalla Guardia di Finanza, impegna oltre 100 uomini e donne delle forze dell’ordine. Sono evidenziate «criticità rispetto alla conformità delle produzioni al metodo biologico e al relativo iter di certificazione». Inoltre, si è campionato il riso in campo per «determinare il livello di contaminazione delle coltivazioni. Le coltivazioni sarebbero state falsamente dichiarate come biologiche». Gran parte delle aziende indagate si trovano in Lomellina. Scarica il Comunicato del 26.6.2023
LA POSIZIONE DI FEDERBIO: IL COMUNICATO
L’associazione dei produttori biologici si schiera contro le aziende che fanno falso bio con il comunicato qui riportato.
«Da sempre impegnata nella tutela del vero biologico, in particolare nel comparto del riso biologico, FederBio elogia l’operato della Procura di Pavia che, in un’operazione congiunta della Guardia di Finanza e degli ispettori dell’ICQRF, ha sgominato una rilevante frode nella commercializzazione di riso falsamente dichiarato biologico.
L’azione investigativa, partita dall’analisi delle produzioni risicole dal 2021, porta alla perquisizione di 14 aziende agricole nella provincia di Pavia. Quindi, il sequestro coinvolge ingenti quantitativi di fitofarmaci e fertilizzanti, il cui utilizzo è vietato nell’agricoltura biologica. Le indagini puntano a verificare la correttezza delle tecniche di coltivazione e anche il livello di contaminazioni nelle produzioni di riso bio.
LE DICHIARAZIONI DI PAOLO CARNEMOLLA DI FEDERBIO
«Esprimiamo pieno sostegno e fiducia alla Magistratura e agli inquirenti che hanno smascherato questa maxi frode – dichiara Paolo Carnemolla, Coordinatore Unità di Crisi di FederBio-.Le criticità del comparto risicolo biologico sono note da anni. FederBio si schiara a fianco delle Regioni Lombardia e Piemonte e del MASAF. L’obiettivo è rendere più restrittive le regole di produzione e i punti di controllo in situazioni come quelle riscontrate dalla Procura di Pavia».
«L’esito di questa operazione conferma che è concreto il pericolo di truffe, anche rilevanti, quando sussiste un elevato rischio di commistione fra produzione convenzionale e biologica. Quanto fatto finora non è evidentemente sufficiente a prevenire le frodi, si deve aprire immediatamente un confronto con tutti gli attori della filiera, gli organismi di certificazione e le Autorità competenti a livello regionale e nazionale per rivedere le regole e gli strumenti di certificazione, che sono fondamentali per tutelare il Made in Italy biologico e le vocazioni di produttive di interi territori come nel caso del riso”».
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