Difficilmente un uomo è mai riuscito a lasciare una così netta impronta nella sua comunità. Non solo nella dedizione al lavoro ma anche per un impegno a tutto campo verso la sua gente e verso la cultura locale. Per di più in una esistenza breve, anche se estremamente intensa. La storia è quella di Giuseppe Masinari discendente di una vera dinastia del riso, come titolare di una delle più antiche riserie italiane (la Riseria Masinari, appunto), a Mede, nella Bassa Lomellina, una cittadina di poco più di 6.600 abitanti. Un personaggio geniale, poliedrico, capace di eccellere in ogni suo impegno, un trascinatore in un’area geografica tradizionalmente poco incline alle “corse in avanti”. Tanto che si può dire che anche la Mede di oggi, a 37 anni dalla sua scomparsa, conserva innumerevoli aspetti della vita culturale e sociale che proprio Giuseppe Masinari ha ideato. (Segue dopo la foto)
Tutto inizia nel 1928…
Tutto inizia nel 1928, quando nasce l’erede della famiglia che da secoli è proprietaria della riseria di Via San Rocco, a Mede, in pieno centro città. Una struttura che fu di proprietà dei frati e gestita in affitto, e poi acquistata, dai Masinari. L’impianto lavora con un mulino e un salto dell’acqua, energie del tutto rinnovabili e pulite ideate secoli prima che ci si accorgesse che il pianeta è in sofferenza. Perché a volte il progresso fa il passo del gambero. Giuseppe Masinari inizia quel suo legame con la Liguria che ne caratterizzerà l’esistenza, studiando in un istituto di Genova. E’ appassionato di elettrotecnica e proprio in questa materia si cimenta con la sua prima pubblicazione, nel 1964, con la soddisfazione di vedere adottato il suo testo nella scuola che lui stesso aveva frequentato. Finita la parentesi degli studi si occupa dell’azienda di famiglia, rinnovando e potenziano la riseria. Ha una capacità di lavoro incredibile e uno spirito da pioniere, che lo porta a non vero culto per l’innovazione. Sposa Giovanna Allegri, anche lei appartenente a una vera dinastia medese, da cui avrà due figlie, Luciana e Carla che interpreteranno le sue grandi passioni della vita, quella per il lavoro e per la conoscenza e l’arte.
Innamorato della sua città
«Era sinceramente innamorato della sua Mede – ricorda Giovanna Allegri – e in tutti modi deciso a dare alla città strumenti per diffondere la cultura e l’arte, la voglia di stare insieme aperta a tutti, lontanissima da concezioni elitarie. Ed era anche innamorato del dialetto, che cercò di salvaguardare e diffondere». Il suo debutto con una pubblicazione d’arte riguardò la poetessa locale Annalisa Vago, ma in seguito ogni anno diede alle stampe un volume che sempre trattava di vicende locali. E la comunità medese stava come alla finestra in attesa di scoprire quale sarebbe stato il libro proposto da Giuseppe Masinari. La sua capacità di coinvolgere nelle sua iniziative lo porta a creare un gruppo di lavoro agguerrito, che macina iniziative su iniziative. Si fanno mostre di pittura, rassegne di poesia, eventi sportivi. Nel 1971 crea la sua più importante iniziativa: il circolo Amisani. Giuseppe Amisani era stato un pittore medese, di ottima fama, nato nel 1879 e detto “Il pittore dei re”, per aver lavorato presso le corti di alcuni regnanti, tra cui re Faud d’Egitto, e poi in Algeria e Marocco. Dopo esperienze prestigiose in Inghilterra, Olanda e Spagna, si spegne nella sua Portofino, durante una passeggiata in compagnia dell’amico Salvator Gotta, attivissimo romanziere italiano di fine ‘800. Una intitolazione prestigiosa per un circolo culturale di provincia che però punta molto in alto. Con il suo circolo Amisani, Giuseppe Masinari crea una scuola di pittura, una fitta stagione di concerti e mostre d’arte, affollate iniziative legate all’attualità, come quella del 1975 sul problema della droga, con partecipazioni di esperti di fama. Istituisce corsi di lingua straniera aperti a tutti e affronta con largo anticipo il tema del guasto ambientale e dell’importanza dell’ecologia. Inaugura un concorso di poesia che sopravvive ancora oggi e crea la “Biblioteca Amisaniana”, con una importante raccolta di volumi. Fonda il Gruppo Cinematografico Amisaniano, che promuove proiezioni cinematografiche e persino produce due veri e propri film, dal titolo “Luce e controluce” e “ Rob ad Med” (Cose di Mede) realizzati con registi e attori locali. Pellicole che partecipano con successo a rassegne nazionali, mentre a Mede nasce il Concorso nazionale del film d’amatore. Non manca l’impegno nello sport, dove fonda, tra l’altro, la società di Judo Amisaniano. Porta al teatro Besostri di Mede ottime compagnie teatrali e opere blasonate. Importante poi il suo impegno in ambiti più “leggeri”, con serate di intrattenimento quali “Stumma insèma al sabat gras” (Stiamo insieme il sabato grasso), che fa il paio con “La Duminca grasa al ritir” (La domenica grassa alla casa di riposo) che rappresenta una giornata di festa vissuta insieme da giovani e anziani. Il Circolo Amisani diventa una vera locomotiva che organizza e promuove davvero mille e svariate iniziative. Nel 1980 nasce quella forse più ambiziosa con l’istituzione del “Palio d’la Ciaramela”, che vede Mede suddivisa in rioni che si sfidano sul campo sportivo comunale nel tradizionale gioco della lippa, che a Mede si dice, appunto, “Ciaramèla”. Una manifestazione che si ripete ogni anno la seconda domenica di settembre e che vive anche di una sfilata cittadina in costumi d’epoca e nella creazione, il sabato sera, di “angoli caratteristici” che in ogni rione fanno rivivere attività del passato. Ma soli tra anni dopo, nel 1983, Giuseppe Masinari viene a mancare, a soli 54 anni. A Mede però resta vivissima la sua opera, non solo nel Circolo Amisani, oggi presieduto dalla giovane Francesca Baldi, ma continua il lavoro della riseria di famiglia, dove insieme a mamma Luciana Masinari e a papà Marco Zafferoni, è impegnato il giovane Giuseppe Masinari Zafferoni, studente universitario in Agraria che tiene alto un nome simbolo prestigioso della Lomellina. Autore: Giovanni Rossi