Mangiare non solo riso italiano, ma anche il riso degli italiani. Al castello di Rovasenda, ila giornata conclusiva di "On farm" ha messo in campo ricerca, politiche di mercato e stili di vita. Durante la prima delle due giornate divulgative, replicate a Novara, del progetto dell’Ente nazionale risi, l’invito del presidente dell’ente risicolo, Piero Garrione, stato chiaro: occorre mangiare riso per risotti. "Se abituiamo – ha detto – il consumatore a mangiare riso del gruppo lungo B (quello destinato all’esportazione, utilizzato per preparare contorni) ci apriamo eccessivamente alla concorrenza, perch di questo riso se ne produce molto in tutto il mondo", mentre il Vercellese detiene l’unica Dop europea per il riso. Di riso del gruppo lungo B sono state testate in quell’occasione due nuove variet , l’Arsenal (al secondo anno di prova) e l’Urano, di nuova introduzione, molto simili al Gladio. "Quindi – ha concluso Garrione – dobbiamo difendere il riso che produciamo noi, tipico delle nostre terre", cio il cosiddetto "lungo A", ovvero quello per il consumo interno, destinato soprattutto ai risotti. Durante "On farm" sono state sperimentate altre variet come il Samba (per il secondo anno), simile al Sant’Andrea, e due nuove variet migliorative del Carnaroli, il Carnise e il Carnise precoce, oltre all’Ercole e all’Ulisse.
IL CLIMA CAMBIA, CARTESIO NO
Un Carnaroli produttivo e molto stabile che fa della precocità una marcia in più