L’avvicendamento colturale può contrastare il fenomeno delle resistenze in risicoltura? Ne sono convinti gli autori dell’articolo “Gestire la resistenza agli erbicidi nel diserbo del riso”, ossia Giovanni Campagna ed Emanuele Geminiani, (Informatore Agrario n° 2 / 2015). L’analisi mette in evidenza le specificità di questa coltura e i problemi legati alla monosuccessione Gli autori focalizzano «l’aumento delle superfi ci interessate da malerbe con minore sensibilità agli erbicidi ALS inibitori, rappresentate principalmente da Schoenoplectus mucronatus (Vercellese e Biellese), Alisma plantago-aquatica (in particolare basso Novarese e alta Lomellina) e Cyperus difformis (in forte aumento a Vercelli, Pavia, Alessandria, Novara, Rovigo e Oristano). Più recentemente, ma diffusamente, anche i giavoni hanno manifestato ampi focolai di resistenze, che in alcuni casi sono divenute multiple agli ALS e ACCasi inibitori. Ciò desta notevole preoccupazione, in particolare per il fatto che i giavoni presentano elevata plasticità morfologica e variabilità genetica. Inoltre possono ibridarsi tra di loro rendendo diffi cile la classificazione» riferiscono, ricordando che tali malerbe possono condurre a perdite del 25%. Non meno preoccupante, è ovvio, il “solito” crodo, che manifesta le prime resistenze a imazamox, Come strategia di lotta, indicano un’appropriata rotazione colturale, la falsa semina e l’impiego preventivo di erbicidi residuali, oltre alla tecnologia Clearfield (ma «correttamente applicata») e riferiscono alcuni accorgimenti da adottare in post-emergenza. L’articolo – teso a dimostrare che con le autorizzazioni in deroga non si va avanti – come strategia agronomica consiglia infine la periodica interruzione della monosuccessione, un passaggio su cui è intervenuto in seguito l’agronomo vercellese Giuseppe Sarasso (foto piccola) per contestare questa proposta, ricordando le esperienze fatte con l’avvicendamento biennale e triennale tra riso e mais che ha dato «risultati apprezzabili nella riduzione del riso crodo, ma risultati scarsi se non negativi nei confronti di Butomus Umbellatus, Schoenoplectus Mucronatus (quadrettone), Bolboschoenus Maritimus (cipollino), Heteranthera sp., ed Echinochloa sp. (giavone)». Con una chiosa storica: «sono note dai tempi di Cavour le pullulazioni di quadrettone al primo anno di risaia, dopo quattro anni di coltura asciutta comprendenti una sarchiata, una autunno-vernina con trasemina di una foraggera, e due anni successivi di prato. Per questo il Conte sperimentò un metodo di controllo meccanico, passato alla storia come “Rullo di Cavour” ».
IL RISO E’ SOST
Presentati i risultati della sperimentazione Risosost