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MAGNAGHI: GLI AIUTI AL RISO SARANNO QUESTI

da | 30 Giu 2014 | NEWS

Nel 2015, chi coltiverà solo riso riceverà un aiuto pari a 714 euro a ettaro, derivanti dai pagamenti diretti e dal greening, cui andrà ad aggiungersi un aiuto accoppiato variabile, in base all’ettarato ammesso, tra 90 e 125 euro ad ettaro. Negli anni successivi, questi aiuti saranno ridotti e si arriverà a 500 euro a ettaro, da sommare sempre al sostegno accoppiato. Oggi un’azienda 100% risicola riceve un pagamento unico di 822 euro ad ettaro, aiuto specifico compreso; nella migliore delle ipotesi, nel 2019 riceverà invece 625 euro a ettaro.

Sono le coordinate che emergono dall’intervento del direttore generale dell’Ente Risi Roberto Magnaghi (foto piccola) al convegno novarese sulla risicoltura organizzato la scorsa settimana da Agrinsieme e dall’Università del Piemonte Orientale, di cui vi forniamo alcune slides. Il dirigente è partito col dire che dal 2015 sarà cancellata l’Ocm riso così come la conosciamo e scompariranno i titoli storici, in base ai quali sono stati erogati i pagamenti diretti in questi anni. La seconda fase del disaccoppiamento per il riso comporterà invece che: 1) un’azienda 100% riso riceverà un pagamento di base di 471 euro ad ettaro e un pagamento per le pratiche benefiche per il clima e l’ambiente (greening) di 243 euro ad ettaro; 2) la regionalizzazione obbligatoria del pagamento di base verrà applicata a livello nazionale; tuttavia, il taglio per i produttori che attualmente detengono titoli il cui valore è superiore alla media nazionale, come è per i risicoltori, saranno mitigati dal “modello irlandese” che prevede per il 2019 una riduzione massima del 30% del valore del titolo calcolato per il 2015 e tale riduzione dovrà essere attuata con gradualità nell’arco del periodo 2016-2019, con il risultato che il pagamento di base scenderà a 330 euro nel 2020 e il greening a 170, perché anche in questo caso la riduzione non potrà eccedere il 30%.

Conseguentemente, l’azienda 100% risicola passerà dai 714 euro a ettaro complessivi del 2015 a 500, incassando il 61% del pagamento unico incassato nel 2014, il quale diventa il termine di riferimento, non contando più il valore dei titoli detenuti, la cui perdita media dovrebbe aggirarsi intorno al 45%. In media, ha detto Magnaghi, sostegno accoppiato escluso, i risicoltori conserveranno dunque il 72% del pagamento unico 2014. Il taglio avrebbe potuto essere più importante se il greening avesse avuto una base nazionale, fissando un importo uguale per tutti (si calcola che i risicoltori avrebbero incassato solo 90 euro). La risicoltura, considerata greening conforme, si avvantaggia dunque di questa scelta politica.

Altrettanto politiche sono le scelte che hanno condotto alla formulazione del norme sull’aiuto accoppiato. Come sappiamo, alla vigilia poteva succedere di tutto, anche un taglio draconiano di questa forma di integrazione al reddito dell’impresa agricola. La preoccupazione principale, scongiurato quel pericolo, è stata quella che il budget fosse drenato dalle aziende che detengono titoli a bassa valorizzazione e che sono solite coltivare mais e soia. Onde riservare alle aziende risicole delle aree storicamente vocate a questa coltura le più ampie possibilità di avvalersi dei nuovi pagamenti diretti (pagamento di base + pagamento del “greening” + sostegno accoppiato per il riso) il Ministero delle Politiche agricole, nell’ambito dell’accordo con le Regioni sugli aiuti accoppiati, sta elaborando una procedura simile a quella che sovrintendeva dal 2004 all’assegnazione dell’aiuto specifico per il riso. Questa è verosimilmente la ragione per cui le notizie sul sostegno accoppiato escono con il contagocce. Magnaghi, al convegno novarese, ha confermato però quelle date da Risoitaliano e cioè che il sostegno accoppiato del riso avrà un budget di 22,6 milioni e che sarà erogato a una superficie “teorica” di 180mila ettari. Nella relazione del dirigente il termine “teorica” non è posto a caso, infatti la voce 180mila ettari è seguita da alcuni punti interrogativi, a dimostrazione del fatto che ci si sta ancora lavorando. E’ “teorico” anche l’importo di 125 euro ad ettaro dell’aiuto accoppiato: i dirigenti dell’Ente Risi si rendono conto che le domande saranno ben superiori e che, in assenza di “filtri” che la normativa non prevede, tale importo andrà rivisto al ribasso. Ipotizzando che l’aiuto accoppiato ammonti al massimo valore possibile in base all’accordo, che sono 125 euro ad ettaro, l’azienda 100% risicola si troverebbe a incassare l’anno prossimo 839 euro ad ettaro, decrescenti fino ai 625 del 2019 e 2020. Se invece, come temiamo, bisognerà dividere questo aiuto in base a un ettarato superiore, gli euro saranno poco più che 800 l’anno prossimo e meno di 600 al termine del quinquennio. 

Ma non è tutto. Recentemente, Enrico Losi, responsabile dell’area mercati dell’Ente Risi, ha ricordato che nell’accordo – che ha isolato la nuova figura dell’agricoltore attivo – è previsto tra l’altro che per la convergenza l’Italia è da considerarsi una Regione unica; che le aziende condotte da under40 godranno di incentivi (25% degli aiuti diretti nei primi cinque anni), che i soggetti beneficiari dei pagamenti diretti non potranno essere banche e società finanziarie, assicurative e immobiliari e che i pagamenti diretti saranno ridotti del 50% sulla parte eccedente i 150.000 euro del pagamento di base e del 100% per la parte eccedente i 500.000 euro, mentre non sono state prese decisioni definitive sull’aiuto accoppiato. A Novara, Magnaghi ha detto che “rimangono da chiarire le modalità di erogazione di questo sostegno, resta da chiarire il legame con i Psr e il Sistema di Qualità Nazionale”. Il suo giudizio è “poteva andare peggio” ma è chiaro che la strada della risaia si è fatta più stretta perché le restrizioni introdotte dalla Pac si sommano a una congiuntura difficilissima, provocata dal combinato disposto della crisi e delle importazioni a dazio zero dalla Cambogia, delle quali Risoitaliano ha trattato diffusamente e che sono state analizzate anche dal direttore dell’Ente Risi confermando le preoccupazioni diffuse nel dossier predisposto insieme al Ministero dello sviluppo economico proprio dall’Ente Risi. (29.06.14)

PAGANINI SOTTO L’ALBERO

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L’offerta, nonostante un aumento nell’investimento di superficie del 37,6%, in seguito all’inserimento in griglia di Paganini, è in difetto

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