Alla seconda conferenza internazionale sul riso biologico fa capolino anche il tema dei controlli. Scabroso, come sanno i nostri lettori, ma inevitabile. E Federbio non l’ha evitato, osservando che i controlli crescono. Secondo l’associazione, il 40% delle aziende di riso biologico, negli ultimi 5 anni, è stato controllato, una frequenza quasi doppia rispetto agli altri prodotti biologici. Nessun altro dato per ora è filtrato dal meeting che si sta svolgendo in Lomellina e in coincidenza del quale il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha fatto sapere che sono stati resi noti da parte del Sinab, il Sistema nazionale d’informazione sull’agricoltura biologica delMipaaf, i primi dati relativi al 2014. Si parla di un nuovo aumento delle superfici coltivate con metodo biologico in Italia, che hanno raggiunto quota 1,4 milioni di ettari con, su base annua, una crescita superiore al 5,4%. In termini assoluti, nell’ultimo anno, sono stati oltre 80 mila gli ettari convertiti alla produzione secondo il metodo bio e l’incidenza della SAU bio sul totale della SAU nazionale è passata dal 10,1% al 10,8%. Una crescita anche di soggetti coinvolti. Sono infatti di 55.433 operatori certificati (+5.8% rispetto al 2013), 42.546 dei quali produttori esclusivi (aziende agricole). A questi si aggiungono 6.104 preparatori esclusivi (comprese le aziende che effettuano attività di vendita al dettaglio), 6.524 produttori-preparatori (aziende agricole che svolgono anche attività di trasformazione) e 259 importatori. Nessuno dei dati diffusi dal Sinab, che è controllato dal Mipaaf, si riferisce al riso, però, con singolare coincidenza, il ministro Martina (foto piccola) nel presentare questi numeri ha detto anche «Tanto stiamo facendo anche sul fronte dei controlli contro il falso bio, spingendo su una maggiore trasparenza e condivisione delle informazioni disponibili». (02.09.2015)
DE MINIMIS: IL NUOVO REGOLAMENTO
La Commissione europea pubblica il 13 dicembre 2024, il nuovo regolamento che alza la soglia “de minimis”, a 50.000euro/agricoltore/triennio.