Come è tutti noto, negli ultimi sei mesi, le quotazioni dei fertilizzanti ed in particolare quelli a base azotata, hanno subìto incrementi esponenziali mai riscontrati in passato. Il 2022 sarà sicuramente un anno complicato per tutti gli operatori. Abbiamo sentito il parere di alcuni rivenditori per cercare di capire le dinamiche di approvvigionamento e la disponibilità di prodotti.
L’AFRICA SOSTITUISCE LA RUSSIA NELLA PRODUZIONE DI UREA
Carlo Cerutti, responsabile dalla ditta Fallarini Agricoltura srl , società del Gruppo Cauvin, che svolge attività di vendita di prodotti per agricoltura nelle provincie di Novara, Vercelli, Pavia e Milano commenta il fenomeno. «L’aumento abnorme del costo dell’energia è il principale colpevole degli aumenti verificatisi, fra alti e bassi, da settembre ad oggi. La crisi politico militare scatenatasi successivamente non ha fatto altro che esasperare la già pesante situazione. Salvo auspicabili rapide soluzioni diplomatiche al conflitto non ci sarà alcuna possibilità di miglioramento dell’attuale trend. La Russia, forte produttrice di urea a Nitrati, ad oggi è fuori dai giochi europei. Lo stabilimento italiano di Ferrara di Yara International non sta producendo o commercializzando prodotto per eccesso di rialzo dei costi produttivi. L’unica area produttiva funzionante e offerente è quella del Nord Africa che sta coprendo anche le esigenze del mercato Nord Europeo, fino e ieri in area di acquisto russo».
MOLTI AGRICOLTORI NON HANNO ANCORA COMPRATO UREA
«L’urea c’è – aggiunge Cerutti- basta comprarla per tempo. Tutti dovranno investire masse importanti di denaro. Parliamo degli importatori di fertilizzanti. Un anno fa una nave di media grandezza richiedeva un investimento che poteva oscillare fra i 2/4 milioni di euro. Oggi la stessa quantità di materiale impone esborsi quasi quadruplicati aumentando inevitabilmente il rischio aziendale. Pur investendo cifre più alte, si riescono ad acquistare lotti quantitativamente più piccoli rispetto al passato rallentando, di conseguenza, il normale approvvigionamento nazionale. La maggior parte dei produttori agricoli hanno comprato, ad oggi, poco o niente assumendosi quindi il rischio di attendere nella speranza di risparmiare sui costi. Questa scelta per ora non ha pagato. E il tempo stringe.
MAGGIORI COSTI, MAGGIORI INCASSI
«Cercando un motivo di positività vorrei ricordare che, se è pur vero che l’urea oggi costa 1.200 euro alla tonnellata (prezzo peraltro in aumento), fortunatamente la maggior parte degli agricoltori stanno realizzando incassi più alti del passato nella vendita del raccolto 2021. Inoltre, le prospettive di realizzo del raccolto 2022, attualmente, sono, direi, incoraggianti. Il settore che oggi sta soffrendo realmente questa crisi di materie prime e di costi energetici ed è a fortissimo rischio di impresa , è quello dell’allevamento animale. Qui vedrei la reale esigenza di interventi molto rapidi e sostanziali».
«Stiamo vivendo scenari di guerra e credo che tutti noi siamo tenuti ad adottare personali strategie di guerra. Non credo peraltro ad aiuti di Stato, quanto meno immediati. Vivendo in situazioni di elevata e continua incertezza non nascondo che potrebbero nascere, in prospettiva, problemi analoghi anche nel comparto dei prodotti fitosanitari in genere».
TEMPI DI CONSEGNA DILATATI
Per Pavesi (Vipetrol) le consegne di urea «si sono allungate (ci vogliono almeno 20-25 giorni prima di poter consegnare i fertilizzanti agricoltori)». Pavesi consiglia di fare già adesso gli ordini perché secondo lui il prezzo non scenderà a breve. Per quanto riguarda invece il gasolio agricolo la disponibilità c’è ma è impossibile fare previsioni sui prezzi» aggiunge infine Pavesi.
LA SOFFERENZA DEGLI ALLEVATORI
Mario fossati, direttore di est sesia, assicura che il prezzo dell’acqua irrigua al momento non subirà variazioni (primo acconto). Non ci sono tuttavia garanzie certe per il futuro visti gli aumenti del gasolio e dell’energia elettrica.
Per Paolo Dellarole (presidente di Coldiretti Vercelli e Biella) «quelli che stanno soffrendo di più sono gli allevatori, da un lato per l’aumento del prezzo del mais e degli altri mangimi dall’altro per l’aumento del costo della mungitura dovuto ai rincari dell’energia elettrica. Anche i risicoltori sono molto preoccupati dell’aumento dei prezzi dei fertilizzanti e per gli approvvigionamenti futuri. Lato Coldiretti ci sono stati molti comunicati in cui stampa che denunciano l’aumento delle materie prime in agricoltura, si auspica l’intervento delle autorità».
Anche per Benedetto Coppo (presidente di Confagricoltura Vercelli e Biella) «gli allevatori stanno soffrendo molto e sarebbe opportuno che le autorità intervenissero al più presto. Da agricoltore, Coppo è molto preoccupato per gli aumenti dei fertilizzanti e per gli approvvigionamenti».
«Confagricoltura ha più volte denunciato la situazione insostenibile legata all’aumento delle materie prime auspicando l’intervento delle autorità, inoltre ha chiesto di ridurre / azzerare l’ecotassa sui fertilizzanti». Autore: Elettra Bandi