Dopo l’ultimo giorno di festa del periodo, ci apprestiamo a vedere nelle sedute odierne come e se i listini muteranno in seguito alle tendenze viste nell’ultimo mercato (leggi).
«CALO PRODUTTIVO AFFRONTABILE»
Nell’attesa, come consueto, analizziamo il momento della risicoltura attraverso il punto di vista di uno dei suoi esponenti. Ci confrontiamo con Luigi Vitaloni, risicoltore di Vistarino (PV), nella foto in bianco e nero. «Nella scorsa compagna ho avuto difficoltà nell’ arrivare a raccolto ma fortunatamente le perdite non hanno superato il 10% nel mio caso. In questo territorio, al confine tra pavese e lodigiano, siamo serviti dal lago di Como attraverso i sistemi di canalizzazione che attraversano la Lombardia. Le perdite di raccolto qui si sono attestate attorno al 15% mediamente. Tale calo, alla luce dell’andamento dei prezzi, è stato tutto sommato affrontabile.
Nel caso specifico della mia azienda la commercializzazione si basa su prodotto lavorato venduto direttamente da noi o da altri rivenditori con cui collaboriamo. Abbiamo alzato i prezzi in linea con quanto fatto dal mercato, registrando qualche calo proprio nelle richieste da parte dei commercianti. Essi, dovendo rincarare la merce al consumatore finale, alla luce degli aumenti nel nostro prezzo si sono trovati in difficoltà maggiori. Pur considerando questi fattori, sono soddisfatto della campagna di vendita del riso quest’anno. Nella prossima annata, infatti, penso che aumenterò la superficie. La crescita di ettarato riguarderà il riso Carnaroli, sempre il più richiesto dal consumatore in quanto più sponsorizzato nei ricettari e conosciuto».
«BUONA DISPONIBILITÀ IDRICA MA RISICOLTURA IN CALO»
«Anche in questi territori abbiamo dei timori per la disponibilità idrica in estate – continua Vitaloni -. Io ritengo, tuttavia, che oggi sia buona sia nel bacino del Lario che negli accumuli nevosi in Valtellina per quanto ci riguarda. Affermo ciò anche in quanto lavoro nella camperia del consorzio del Naviglio Olona, ruolo che mi rende ben consapevole della situazione dovendo occuparmi della distribuzione dell’acqua. Confido dunque di riuscire a coltivare riso senza difficoltà produttive elevate, pur incrementando leggermente la superficie. Nella passata stagione abbiamo visto anche la grande resilienza che caratterizza questa pianta, capace di produrre, seppur in modo ridotto, anche in seguito a stress forti e prolungati. In generale, però, anche qui le risaie sono diminuite di un 30% circa. Molti agricoltori, infatti, dopo aver perso il raccolto, in autunno hanno seminato grano, scegliendo così di abbandonare la risicoltura in quelle camere».
«SIAMO UNA CATEGORIA INDIVIDUALISTA»
«Per quanto riguarda il prossimo autunno, ritengo possa risultare più opportuno utilizzare una parte dell’acqua che scorre nei canali, nel rispetto del deflusso minimo vitale, per la sommersione delle risaie in riposo. In questo modo si permetterebbe alla falda di ricaricarsi, rallentando la corsa dell’acqua verso il mare, dove diventa inutilizzabile. Allargarla nelle camere aumenterebbe anche l’evaporazione, capace di influire positivamente sulle precipitazioni. Questi fattori, seppur in modo indiretto, si dimostrerebbero più utili nel corso dell’estate rispetto a lasciare che la risorsa scorra senza utilizzarla in alcun modo. La soluzione migliore, in ogni caso, sarebbe riuscire a mantenerla a monte, creando invasi e bacini artificiali. Sappiamo, tuttavia, che questo non dipende solo da noi, per questo risulta importante permettere all’acqua di rallentare il suo percorso con le misure citate. Il fatto che in pochi abbiamo deciso di attuarle ritengo che non deponga a favore della nostra categoria, che si dimostra spesso troppo individualista». Autore: Ezio Bosso
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