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da | 21 Set 2024 | NEWS

Lunghi B

Aumentano Lunghi B e Ribe. Nei giorni scorsi l’Ente Nazionale Risi ha reso noti i dati definitivi sulle superfici coltivate a riso nel 2024 in Italia, ricavati dalle denunce dei risicoltori. Queste indicazioni sono, in genere, attese dagli operatori del settore per cercare di ipotizzare l’andamento della campagna di commercializzazione del raccolto ormai iniziato in varie zone. Cercare di ipotizzare la collocazione dei prodotti sulla base delle superfici coltivate è un esercizio molto diffuso ma a mio parere di scarsa utilità, in quanto è noto che il mercato dipende maggiormente dal comportamento di venditori e compratori rispetto all’ipotetica disponibilità di prodotto. Tuttavia è possibile rilevare qualche generica indicazione. Vediamo insieme questi dati. (NON PERDERE EXPORICE)

SUPERFICIE A RISO: 226000 ETTARI

La prima cosa da rilevare è l’aumento rispetto al 2023 della superficie coltivata sino a circa 226.000 ettari (ha), dato in sensibile aumento rispetto a quanto ipotizzato in precedenza. Probabilmente l’andamento molto piovoso della primavera ha spinto le aziende a coltivare più riso rispetto a quanto preventivato. La suddivisione delle varie aree indica una superficie di circa 94.300 ha nella zona lombarda con 1.544 aziende attive, 33.800 ha circa nella provincia di Novara con 517 aziende, 83.900 ha circa con 1.066 aziende nel resto del Piemonte e, da ultimo, 14.200 ha circa con 404 aziende nelle zone risicole lontane dall’area principale di coltivazione che l’Ente racchiude nella “Sezione di Codigoro”. La maggior parte dell’aumento di superficie si avuto nelle aree lombarde dopo la riduzione dovuta alla siccità del 2022. (QUI TROVI LE NUOVE VARIETA’ SIS, IRES, SAPISE E MILANO SEMENTI)

 

BENE I LUNGHI B!

Per quanto riguarda i gruppi varietali principali possiamo vedere circa 44.700 ha di risi con granello “lungo B”. Questa è una buona notizia in quanto le difficoltà  dell’industria di trasformazione di trovare all’estero questo prodotto potranno essere compensate dalla produzione nazionale. Per quanto riguarda i risi con granelli da “risotto”, i dati di coltivazione non riportano particolari problemi in quanto l’area non sembra eccessiva. Il gruppo Arborio con 16.400 ha circa è calato rispetto allo scorso anno e lo stesso si può dire per il gruppo Carnaroli (22.200 ha circa). Un lieve aumento per il Vialone nano (4.100 ha circa).

LUNGHI B E PASSATA CAMPAGNA

Tuttavia l’aumento risulta contenuto e potrà ridurre la carenza di questo prodotto verificatasi nello scorso anno. Un caso particolare è rappresentato dal gruppo Roma- Baldo. Nel complesso la superficie di circa  18.200 ha appare analoga a quella degli scorsi anni, tuttavia, secondo i dati dell’Ente, sono coltivati 18.000 ha circa di Baldo e solo 200 ha circa di Roma in luogo dei 10.000 ha per tipo solitamente seminati. Vedremo se questo influenzerà la commercializzazione di questo tipo di riso.

 

S.ANDREA E RIBE

Il gruppo Sant’Andrea con soli 2.300 ha circa appare relegato ad un ruolo di nicchia. Veniamo ora al gruppo Ribe che con circa 43.900 ha vede un forte aumento della superficie coltivata e una forte innovazione dei tipi di granello compresi in questo gruppo. L’espansione delle varietà con tecnologia “Provisia” ha spinto la superficie coltivata che ha raggiunto livelli molto alti in particolare  per quanto riguarda la varietà Diva PV. Vedremo se questo avrà conseguenze sul mercato.

MEDI

Per quanto riguarda i risi con granello di tipo “medio” si può dire la stessa cosa. Il livello di 8.200 ha circa non veniva raggiunto da molti anni. Si assiste, inoltre, ad una notevole diversificazione delle varietà con granello “lungo a” dimostrato dal forte aumento di superficie del gruppo “varie lungo a” (5.000 ha circa) che raggruppa i risi coltivati su pochi ettari.

 

FORTE AUMENTO PER I TONDI

Da ultimo si può rilevare un forte aumento della superficie coltivata con risi a granello “Tondo” (59.300 ha circa), di cui soli 13.500 ha circa sono rappresentati dalla varietà Selenio, che si conferma il più richiesto dal mercato. Anche in questo gruppo si è verificata una notevole innovazione varietale con aumento di superficie di nuove varietà quali Araldo PV ed Enea CL. Vedremo anche he in questo caso come la produzione verrà assorbita dall’industria di trasformazione. Concludendo i dati analizzati sembrano indicare che nei principali comparti la presumibile produzione di risone sia stata sempre ben assorbita dall’industria di trasformazione, mentre negli altri ci dovremo avventurare in territori nuovi. (SCARICA IL DETTAGLIO PROVINCIALE)

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