Il Sisco ancora non funziona. Lo ha confermato il presidente della Cia Lombardia Giovanni Daghetta (foto piccola) nel corso della manifestazione di agrinsieme che si è tenuta a Brescia nei giorni scorsi. «Abbiamo bisogno di maggior sostegno istituzionale. L’agroalimentare è una significativa forza economica. Se funziona l’agricoltura, funziona il paese” ha spiegato il dirigente sindacale, che è anche risicoltore a Robbio, in Lomellina. La manifestazione ha evidenziato le incertezze sul piano normativo, il ritardo nell’attuazione della nuova PAC e nell’avvio della nuova Programmazione Rurale, gli onerosi adempimenti burocratici e fiscali che gravano sulle aziende, le norme di carattere ambientale e sanitario spesso applicate in maniera punitiva, la continua sottrazione di terreno agricoli ai fini della realizzazione delle cosiddette “Grandi Opere”, l’impossibilità di fissare un prezzo di riferimento per il latte alla stalla che garantisca un’adeguata remunerazione agli allevatori. «Le nostre aziende sopportano un carico fiscale e burocratico insostenibile, ha spiegato il presidente di Cia Lombardia. Le vicende dell’Imu agricola e dell’ulteriore taglio del 23% per l’assegnazione di gasolio agricolo hanno assunto aspetti ormai grotteschi». A questo si aggiungono oneri burocratici elefantiaci che soffocano le imprese, ha precisato. «Il sistema operativo Sisco predisposto da Regione Lombardia con l’obiettivo di sostituire il Siarl ancora non è entrato a regime», ha proseguito Daghetta: «Le funzioni sinora attivate a SisCo appaiono infatti poco conformi alla necessità della gestione massiva di numerose aziende da parte dei CAA. La situazione è quindi estremamente problematica e sta causando notevoli difficoltà operative ai CAA, che non riescono a inserire le pratiche, a scapito delle aziende associate, che subiscono ritardi nella loro attività imprenditoriale». (17.02.15)
PREOCCUPA L’ACCUMULO NEVOSO
L’analisi idrologica a cura di Confagricoltura Pavia e di Alberto Lasagna