Nella legge di Bilancio 2023, il governo ha inserito una rinnovata operazione di ‘saldo e stralcio’ o ‘pace contributiva’: la cancellazione automatica di debiti erariali e contributivi accumulati da cittadini e imprenditori.
Nel recente passato un provvedimento del tutto similare, contenuto nell’articolo 4 del decreto legge 23 ottobre 2018, numero 119, ha però messo in crisi tanti lavoratori autonomi. In particolare, tra questi soffrono quelli del comparto agricolo: coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali.
L’INTERVENTO DI ANTONIO SICHETTI
Lo spiega bene Nicola Antonio Sichetti, presidente del Caf della Cia. «Il problema si pone per quei soggetti che hanno accumulato un debito contributivo nei confronti dell’Inps, che spesso ammonta a poche decine o centinaia di euro -continua Sichetti-. Debiti che molto spesso sono dovuti a una pura dimenticanza o per banali errori in fase di quantificazione dell’importo dovuto.
Con il rinnovato provvedimento normativo, quei lavoratori si vedranno stralciare automaticamente il debito e con esso, altrettanto automaticamente, uno o più anni di contributi. Lo stesso problema si è posto anche per chi aveva in corso una rateizzazione del debito. Le rate rimaste da pagare sono state stralciate e quei coltivatori diretti o Iap hanno perso anni di contributi. In sintesi, non gli viene fatto un favore, ma un enorme danno.
ANNI INPS NON ACCREDITATI
Questo perchè i contributi Inps di quei lavoratori autonomi non sono “frazionabili “. Se per un qualunque problema o per una dimenticanza non versano l’intero importo, anche se la differenza ammonta a pochi euro rispetto a quanto richiesto dall’Inps, un intero anno contributi non è accreditato.
In moltissimi casi poi, al momento della liquidazione della pensione, l’Inps non intercetta immediatamente il problema. Per cui prima la liquida, poi la recupera. In passato l’Inps, su sollecitazione della Cia, aveva richiesto al Ministero del Lavoro un intervento che salvaguardasse i suddetti lavoratori autonomi, ma senza ottenere nulla».
QUALI SOLUZIONI?
La risoluzione del problema è semplice. «Condizionare l’accettazione dell’interessato al saldo e stralcio. Accettazione consapevole, espressa magari, o anche tacita. Questa è da fare in un dato tempo, magari solo per quei casi ove il debito in pendenza di cancellazione sia di natura contributiva, oppure che riguardi i lavoratori autonomi. Soluzione che non cambierebbe la portata dell’intervento, salvando i diritti di molti cittadini».
Sichetti conclude: «Inoltre, si potrebbe pensare al ‘recupero dei periodi pregressi’ gestiti con il provvedimento del 2018. Magari consentendo all’interessato, sulla falsa riga dei contributi volontari, di richiedere e provvedere al versamento dell’importo a debito a suo tempo oggetto di stralcio. Piccole attenzioni, quindi, ma importantissime per una platea di cittadini, che esercitano quella che un tempo era affermata e statisticamente viene a tutt’oggi rilevata, attività primaria».
Puoi seguirci anche sui social: siamo presenti su facebook, instagram e linkedin. Se vuoi essere informato tempestivamente delle novità, compila il modulo newsletter e whatsapp presente in home page. Se vuoi leggere ricette e notizie sul riso in cucina trovi tutto su http://www.risotto.us e se vuoi comprare dell’ottimo riso in cascina collegati a http://www.bottegadelriso.it
