LISTINO MUTO

La domanda si mostra presente e pronta all’acquisto nella seduta di mercato di venerdì mattina a Mortara. Restano delle differenze nell’interesse relativo ai vari comparti ma in generale tutti appaiono vendibili.

I RISICOLTORI VORREBERO DI PIU’

Il listino rimane immobile, o meglio, non viene emesso. Ciò in quanto la commissione prezzi non si è riunita per mancanza di numero legale. L’equilibrio tra le parti in questo momento sembra pendere dal lato della domanda, con un’offerta che vorrebbe ottenere qualcosa in più dalla cessione della non molta merce ancora invenduta. Per questo gli agricoltori pare stiano un po’ trattenendo il risone nonostante la richiesta, causando uno squilibrio che genera tendenze rialziste. Come abbiamo spiegato nell’ultima analisi (leggi), i comparti dove si sente maggiormente questa spinta sono quello dei tondi da sushi e i lunghi A da risotto.

VOCI DI RIALZI PER SUSHI E RISOTTI

Nel primo caso si va verso i 60 €/q lordi per Selenio e si registra un ottimo interesse anche per Centauro, pur senza voci di apprezzamento per il momento. Sappiamo che per queste due varietà ad influire vi sono una disponibilità di risone trasferibile in percentuale inferiore rispetto agli altri comparti e prospettive di semina in netto calo. Ricordiamo che alcune riserie, per invogliare i risicoltori a coltivare una varietà molto apprezzata e richiesta dal mercato come Selenio, hanno proposto di recente contratti di coltivazione sulla base di 55 €/q lordi con ritiro alla raccolta e 60 €/q lordi con ritiro libero e pagamento entro maggio 2025.

Anche per i lunghi A da risotto la domanda si è ripresa in seguito a previsioni di semina che all’ultima rilevazione Ente Risi (vedi) risultavano in netto calo per il gruppo Roma, -92%, ed in probabile diminuzione per Arborio, -20%, e Carnaroli, -3,5%. Nelle ultime sedute si sta parlando di un prossimo approdo a 60 €/q lordi per il primo citato. Arborio resta ai 57 €/q lordi espressi nel bollettino di Mortara e i similari di Carnaroli vengono scambiato stabilmente a 52 €/q lordi, vedendo scomparire le compravendite a 50 €/q lordi viste di recente.

IN CRESCITA L’EXPORT DI TONDI E LUNGHI A

Domanda disposta all’acquisto anche per lunghi A da export e tondi generici, nonostante in questo caso le disponibilità non siano carenti e le prospettive di semina in aumento. Per questi risi notizie positive arrivano dai recenti dati proposti nell’ultimo documento consuntivo sul mercato emesso dall’Ente ministeriale (leggi). In esso emerge come le esportazioni per questi gruppi merceologici, loro importante destinazione, sono in aumento rispetto allo scorso anno verso gli altri Paesi Ue. I valori, inoltre, sono tornati pressoché in linea con due anni fa, ovvero prima dell’incidenza della siccità sul mercato, che causando disponibilità ridotte e prezzi elevati ha ridimensionato il nostro export.

Anche verso i Pesi terzi le esportazioni all’ 8 marzo sono tornate quantomeno in linea con l’anno scorso, pur comprendendo in questo dato, non differenziato per dimensioni del granello, anche il calo dei lunghi B. Per i risi “indica” il minor smercio all’estero nasce dalle difficoltà nel commercio internazionale, dimostrato dal crollo dei dati sull’import sia generale, -36% da Pesi terzi e -64% dai Paesi Ue, che dai Pma (Cambogia e Myanmar), -24% complessivo. Queste difficoltà hanno reso necessario mantenere di più la merce nostrana, che continua a registrare un’ottima domanda interna ai 50 €/q lordi attuali, ed hanno presumibilmente diminuito i volumi generali di riso indica trasformato dalle riserie italiane. Riserie preoccupate dalle importazioni di riso impacchettato, cresciuto del 45% per i pacchi da 0 a 5 kg nella campagna 2023/24 rispetto alla precedente.